Quando la classe non è acqua, bensì bile

MILANO, 21 marzo 2007 - Una busta con una lettera anonima di insulti e minacce a Massimo Moratti, ad altri dirigenti dell'Inter e alle loro famiglie, accompagnata da un bossolo di pistola di grosso calibro e da alcuni pallini da fucile, è arrivata una decina di giorni fa nella sede nerazzurra di via Durini. È quanto riporta il Corriere della Sera in edicola oggi, secondo cui da otto mesi nella sede dell'Inter vengono ricevuti, sotto varie forme, messaggi di forte protesta dopo le due sentenze della Caf, che ha revocato lo scudetto del 2005 alla Juve e assegnato quello del 2006 alla squadra di Roberto Mancini.
LA DENUNCIA - Si tratta, secondo gli investigatori, di minacce "di profilo molto basso" dagli. La Questura non sottovaluta l'episodio ma lo colloca all'interno della più ampia serie di reazioni e proteste, alcune delle quali minacciose, giunte alla sede dell'Inter dopo i verdetti di Calciopoli. Ma dopo l'ultima vicenda l'Inter si è convinta a uscire dal riserbo mantenuto in precedenza e a denunciare l'episodio alla polizia, il 14 marzo scorso. Il sostituto procuratore di turno quel giorno, ricevuta la segnalazione, ha aperto un fascicolo sull'episodio.
PROVENIENZA: FIRENZE - La busta, affrancata come posta prioritaria, reca il timbro del 13 marzo e proverrebbe dal centro smistamento postale di Firenze. Conteneva un foglio formato A/4 con un breve scritto in stampatello che, pare con un linguaggio molto semplice, lanciava minacce a Moratti, Mancini, Rossi, Oriali e alle loro famiglie. Nella busta c'erano anche un bossolo calibro 8 (forse di un proiettile a salve) e alcuni pallini da caccia.