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Rugby - Grand'Italia: conquistata la Scozia

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2007 20:10
25/02/2007 20:10
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EDIMBURGO (Scozia), 24 febbraio 2007 - Ci sono voluti otto anni, sono servite venti partite (con diciotto sconfitte e un pareggio). L’Italia, finalmente ma meritatamente, vince la prima partita in trasferta nella storia del Sei Nazioni, la quarta in totale. E a Edimburgo è festa grande, grandissima: per la squadra e per i seimila tifosi scatenati al seguito. L’esodo non poteva essere più fortunato: Murrayfield è violato e l’impresa assume toni da leggenda. Succede tutto (o quasi) nei primi sei minuti. I sei minuti più pazzi della storia del rugby.
Trecentosessanta secondi di gioco e tre mete azzurre, frutto di altrettanti clamorosi errori scozzesi. La prima, dopo appena 19 secondi, porta la firma di Mauro Bergamasco: Godman sbaglia un’apertura al piede dai propri ventidue, l’ovale carambola addosso al flanker patavino e il gioco è fatto. Altri tre giri di lancette e altro regalo scozzese. Stavolta la frittata è cucinata da Cusiter: Scanavacca ringrazia, intercetta e se ne va solo in mezzo ai pali dopo una volata di una trentina di metri. E’ finita? Macché: al 6’ Cusiter, ancora lui, sbaglia clamorosamente un facile appoggio e il beneficiario, ora, è Robertson. La sgroppata in solitario è di quaranta metri, la meta tricolore la terza. In un amen. Il bello è che vengono tutte trasformate da Scanavacca e quindi il tabellone, appunto dopo 6’, recita 0-21. Manco gli All Blacks...
Da lì in poi un solo copione: Scozia in attacco, Italia in difesa. Ma quella azzurra è una difesa coi fiocchi. Placca, placca e lascia passare quasi nulla. Solo al 14’ capitola. Da un’azione di touche, è Dewey, di forza, a entrare in aria di meta. Con la trasformazione di Paterson fa 7-21. Un giallo a Taylor e un piazzato di Scanavacca (7-24) allentano la pressione, ma è battaglia cruenta, è guerra di trincea. Con feriti: Castrogiovanni deve lasciare per Nieto, Masi per Zaffiri (con Mauro Bergamasco spostato all’ala). La Scozia, che sceglie di non piazzare mai, muove il punteggio solo prima dell’intervallo: Paterson centra i pali e si cambia campo sul 10-21. La Scozia, nella ripresa, esercita una pressione devastante per venti minuti. Ma basta solo per una seconda meta, figlia di un’indiavolata progressione di capitan Paterson dalla linea di metà campo (17-24).
L’Italia, nel momento più delicato, trova forze impossibili e coraggio leonino. La mischia spinge a più non posso e dopo un’azione in percussione continuata, regala a Scanavacca due piazzati: Pepe, ispiratissimo, è un cecchino infallibile (finirà con un sette su sette) e gli ospiti allungano definitivamente (17-30). C’è tempo persino per una quarta meta: è di Troncon - scelto miglior giocatore del match come due settimane fa a Londra - che sfrutta al meglio la spinta del pacchetto. Finisce 17-37. Finisce con gli azzurri a compiere un giro d’onore. Finisce in trionfo. E la festa, a Edimburgo, è appena cominciata.

Gazzetta
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