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ROMA - Sylvester Stallone si racconta a Roma, dove è per presentare 'Rocky Balboa' nelle sale da venerdì distribuito dalla Fox in 350 copie. E in soli venticinque minuti, questa la durata della conferenza stampa, parla di tutto. Anche ovviamente del suo immediato futuro dove sarà un Rambo "davvero animalesco".
"Sono rimasto deluso di come era andato Rocky 5 e ci tenevo che la vicenda di questo personaggio finisse in un altro modo. Da allora sono passati oltre 14 anni - esordisce un Sylvester Stallone in camicia azzurra e jeans - e volevo raccontare di come potesse essere dura la vita". 'Rocky Balboa' come il primo Rocky (1976) "é infatti molto autobiografico. Sono due film che raccontano in qualche modo momenti personali che ho davvero vissuto. Cose che si avvicinano molto alla mia vita reale" dice poi Stallone facendo riferimento anche alle difficoltà produttive del suo lavoro di esordio come di quest'ultimo.
"All'inizio la Mgm - rivela - non voleva farlo. Ci sono voluti anni per realizzarlo. E quando ho avuto il sì mi sono chiesto: e se ora fallisco? Ma la paura, alla fine, ti fa lavorare più sodo e meglio". Per Stallone, sessanta anni compiuti, il mondo ha comunque sempre bisogno di eroi come Balboa, che "a volte non hanno le ali e non volano come il mio pugile, ma solo grandi muscoli per fare qualcosa sempre in nome dell'amore". Nel film che inizia e si chiude con una visita alla tomba dell'amata moglie Adriana, è importante il dolore.
"Quando qualcosa ti viene strappato si deve sentire dolore - dice l'attore -. E' un modo per sentirsi vivi. E così, per sopravvivere, devi esplodere. Se no il dolore alla fine ti distrugge". E poi, mentre smentisce ridendo la leggenda metropolitana che gli era stato proposto di fare a Hollywood un Rocky sul ring contro un avversario alieno, rivela: "c'é che mi ha chiesto invece un Rocky contro Rambo, ma avrebbe vinto sicuramente quest'ultimo: un bel boom e sarebbe finito tutto". Nel prossimo futuro di Stallone, che, in conferenza stampa, ha detto di sentirsi "al cento per cento italiano" e di non avere nessuna Ferrari in garage ("come guidatore non sono un granché"), ci sarà Rambo IV.
"Voglio chiudere anche con la sua vicenda. Sarà, in questo ultimo episodio, un uomo vissuto per 20 anni nella giungla dell' Est asiatico. Un uomo diventato ormai come un animale pieno di odio, costretto però a un certo punto a tornare tra gli uomini. Nel film (Rambo IV: nell'occhio del serpente Ndr.) sarò insomma una specie di gorilla. E per diventare così mi allenerò con pesi enormi, per essere come un vero e proprio toro". Prima di Rambo IV però anche un altro impegno per l'attore e regista di origine italiana "sarà un piccolo film (Notorius, Ndr.) sulla morte e sulla vita del rapper Tupac Shakur (ucciso a Las Vegas a colpi d'arma da fuoco nel 1996)". Infine, il segreto della forma dell'attore a Roma in una camicia attillata che a stento tratteneva tonici pettorali e bicipiti, è invece nell' alternanza. "Oggi mangio tutte le porcherie possibili e domani pesce e insalata. Mi alleno solo tre volte la settimana e solo per un' ora ma in maniera molto intensa e mi sento più in forma di 20 anni fa". |