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La scomparsa di Oriana Fallaci

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2006 22:04
18/09/2006 01:37
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Ho dei sentimenti contrastanti nei confronti della Fallaci, ma credo che abbia meritato l'elogio funebre e, aprendo questo topic, pensavo che qualche forumista che avesse letto i suoi libri volesse dire qualcosa a proposito della sua scomparsa.
Se volessi parlare dei libri soltanto, potrei aprire una discussione nella sezione apposita, ma preferisco pensare a lei come ad una tecnica della scrittura che per vocazione era testimone della storia e per altruismo pubblicava i suoi pensieri.
Partigiana e reporter di guerra, ha trasfuso l'essenza della guerra nella professione. Personalmente, l'ho apprezzata maggiormente perché è stata un personaggio scomodo che non per i suoi scritti, ma di certo non ho gradito la polemica politica che la sinistra e la destra hanno scatenato in seguito agli articoli scritti dopo l'11/9 sul "Corriere della Sera", poi raccolti ed ampliati ne "La rabbia e l'orgoglio". Quando ho letto questo materiale - ed era passato ancora poco tempo dagli attentati - ho pensato che ogni singolo suo ragionamento potesse essere confutato tranquillamente, tuttavia un sassolino continuava a far male: questa donna ha conosciuto Gheddafi, Arafat, Khomeini e conosce il mondo islamico e l'Oriente meglio di me. Non solo. E' cresciuta in guerra, ha contribuito nel suo piccolo alla costruzione della democrazia, ha scelto di marciare con i soldati, ha corso fra le pallottole e fra le bombe perché la gente potesse sapere.
Chi è stato in guerra conosce la guerra; chi ama la guerra è un mercante di armi.
Pensai, coloro che la accusano di essere una guerrafondaia tout court non devono aver capito bene ed è per questo che non mi è piaciuta la risposta degli intellettuali di sinistra, propensi alla costruzione di una Europa multiculturale (che scazzo era preso a Silvia Ballestra che, dalle pagine de "L'Unità", la chiamò Oriana Bin Laden?) e non mi è piaciuta la reazione della destra che, dopo un primo titubante rigetto, ha usato i ragionamenti della giornalista toscana al solo scopo di dimostrare l'antiamericanismo degli avversari politici.

Il merito da ascrivere a Oriana Fallaci, giornalista, era l'imprevedibilità: metteva il lettore di fronte ad un fatto che aveva studiato, ma non diceva quello che il lettore si aspettava. Per il resto, aveva un usus scribendi peculiare, oserei dire sessuato e femminista: per me è stato arduo arrivare alla fine con la lettura e venivo spesso assalita dalla tentazione di mollare. Non mi sono mai incaponita tanto per un autore...

Leggevo, oggi, un articolo in cui la stessa Fallaci, in una vecchia intervista, ammetteva di essere animata da curiosità, caparbietà, ostinazione a capire, tant'è che, studentessa di Medicina, alle lezioni di anatomia non era interessata alla dissezione degli organi, bensì all'identità del cadavere posto sul tavolo. Fu questo a spingerla a diventare giornalista.

Consigli per la lettura non voglio darne. Chiunque sia interessato può trovare in biblioteca o in libreria i titoli e scegliere quello che più l'attrae, io posso solo dire ciò che ho gradito io. A me è piaciuto molto "Un uomo", la biografia-elegia di Panagulis, patriota greco che si ribellò al regime dei colonnelli. E "Lettera a un bambino mai nato": lo lessi una prima volta quando ero ancora pischella e non mi piacque; credo di riuscire a capirlo solo adesso.

La lista completa della bibliografia:
- "I sette peccati capitali di Hollywood" (edito da Longanesi, di difficile reperibilità), raccolta di interviste ai divi.
- "Il sesso inutile: viaggio intorno alla donna" (edito da BUR), indagine sulle condizioni della donna in Oriente.
- "Penelope alla guerra" (edito da BUR) è il primo romanzo, femminista, di sapore quasi autobiografico.
- "Gli antipatici", 18 interviste a personaggi famosi da Hitchcock a Gianni Rivera.
- "Se il sole muore" (BUR, in ristampa), scritto a Houston, dove gli astronauti Armstrong, Aldrin e Collins sognavano di mettere piede sulla Luna.
- "Niente e così sia" (BUR, di difficile reperibilità), diario di un anno in Vietnam.
- "Quel giorno sulla Luna" completa "Se il sole muore".
- "Intervista con la storia" (BUR), interviste a 27 personaggi politici di spicco fra i '60 e i '70.
- "Lettera a un bambino mai nato" (BUR), monologo di una donna per il bambino che porta in grembo.
- "Un uomo" (BUR) storia romanzata di Alexandros Panagulis, ingegnere, poeta ed eroe della resistenza greca al regime di destra e della sua detenzione forzata nel carcere di Boiati.
- "Insciallah" (BUR) narra la guerra civile in Libano dell'82 dal punto di vista del contingente italiano inviato dalla risoluzione ONU.
- "La rabbia e l'orgoglio" (Rizzoli), lettera aperta contro il terrorismo di matrice islamica.
- "La forza della ragione" (Rizzoli), appendice del precedente ampliata e aggiornata.
- "Oriana Fallaci intervista se stessa - L'Apocalisse" (Rizzoli, reperibili separatamente o in volume unico oppure in trilogia con i precedenti due): sono due volumetti, due pamphlet che approfondiscono il tema sullo scontro Occidente-mondo musulmano.

[Modificato da ActiasLuna 18/09/2006 1.42]

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