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Guerra Israelo-libanese

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2006 17:41
16/07/2006 00:49
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BEIRUT - Oltre trenta vittime (32 secondo la Reuters, 34 secondo la Afp) e alcune decine di feriti: e' il bilancio provvisorio, e non ufficiale, di questo quarto giorno di guerra in Libano dall'inizio dell'offensiva israeliana, in cui finora sono morte un centinaio di persone, in gran parte civili.

L'attacco piu' grave e' stato quello contro un minibus colpito da missili di caccia israeliani con a bordo residenti di Marawhin, al confine tra Libano e Israele, in fuga dopo essere stati invitati ad evacuare le loro case: 21 le vittime, tra cui 15 bambini. Complessivamente tredici sono bruciati vivi. Tutti erano componenti di due famiglie, Abdallah e Ghanem.

SINIORA: CESSATE FUOCO ED ESERCITO A SUD
In un drammatico appello, il premier libanese Fuad Siniora ha chiesto alle Nazioni Unite di imporre un cessate il fuoco ''totale e immediato'' e si e' detto pronto a ''estendere l'autorita' dello Stato'' anche nel sud del Libano - finora roccaforte di Hezbollah - ''in cooperazione con l'Onu''. Siniora si e' inoltre detto pronto a ''tornare all'armistizio del 1949'' con Israele.

VIA HEZBOLLAH DA SUD, ESIGE ISRAELE
Il ministro della giustizia israeliano Haim Ramon ha affermato questa sera che lo stato ebraico e' pronto ad accettare un cessate il fuoco in Libano se i miliziani Hezbollah si ridispiegheranno a nord del fiume Litani consegnando i loro depositi di razzi all'esercito libanese, che dovra' prendere posizione lungo il confine con Israele. ''L'Hezbollah deve dispiegarsi a nord del Litani, rinunciare al proprio arsenale di razzi e consegnarlo all'esercito libanese, che deve prendere posizione lungo la frontiera con Israele'' ha affermato Ramon in dichiarazioni al secondo canale della Tv israeliana. ''Se queste condizioni saranno attuate, Israele sara' d'accordo per un cessate il fuoco'' ha aggiunto. Il primo ministro libanese Fuad Siniora ha lanciato questa sera un drammatico appello televisivo per un ''totale e immediato'' cessate il fuoco dichiarandosi pronto a ''estendere l'autorita' dello stato'' anche nel sud del paese finora roccaforte dell'Hezbollah, ''in cooperazione con l'Onu''. Siniora si e' anche dichiarato pronto a ''tornare all' armistizio del 1949'' con Israele.

ITALIA AUTORIZZA IMPIEGO UNITA' MILITARI
Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, che segue la situazione determinatasi in Medio Oriente attraverso lo Stato Maggiore della Difesa, ha autorizzato la dislocazione in area di una unità maggiore della Marina Militare, il Durand De La Penne, che si trova in acque internazionali al largo del Libano, e l'impegno nell'operazione di due C130 dell'Aeronautica Militare. L'impiego dei mezzi militari ha carattere umanitario. Il Ministero della Difesa, in stretto coordinamento con l'unità di crisi della Farnesina, segue l' evolvere della situazione al fine di favorire l'evacuazione di connazionali dal Libano.

COL.SCALISI, MILITARI ITALIANI IN SICUREZZA
I 53 militari italiani in Libano sono in condizioni di sicurezza. Lo ha assicurato il comandante del contingente italiano a Beirut, tenente colonnello dell'Esercito Salvatore Scalisi. La situazione e' abbastanza difficile, ha detto Scalisi, ma la posizione dei militari italiani, cosi' come di tutto il contingente Unifil di assoluta neutralita' e' chiara a tutte e due le parti in lotta. Per questo non rischiamo di essere coinvolti. Impossibile proseguire nelle attivita' che spettano al contingente secondo il mandato Onu. Noi siamo pronti a fare il nostro dovere, ma non ci sono le condizioni per intervenire. Se la situazione non migliora restiamo bloccati

AHMADINEJAD, ISRAELE AGISCE COME HITLER
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha accusato oggi Israele di usare gli stessi metodi di Hitler nella sua offensiva contro i guerriglieri di Hezbollah in Libano. ''I metodi israeliani assomigliano a quelli di Hitler. Quando il leader nazista voleva lanciare un attacco, si inventava un pretesto - ha affermato il presidente iraniano in un discorso a Teheran - I sionisti si lamentando di essere state le vittime di Hitler; in realta' sono fatti della sua stessa pasta''.

AL QUARTO GIORNO E' SEMPRE PIU' GUERRA
Al quarto giorno di operazioni, assomiglia sempre piu' a una guerra totale l'offensiva scatenata da Israele in Libano come rappresaglia per l'uccisione di otto suoi soldati e la cattura di altri due da parte delle milizie sciite degli Hezbollah.

Ventuno civili, tra cui 15 bambini, sono rimasti uccisi a Marwahin, nel sud, mentre tentavano di sfuggire a un attacco israeliano. Nei bombardamenti in Libano si calcola che oggi almeno 32 persone abbiano perso la vita. Il bilancio complessivo ha ormai superato i 100 morti.

Il generale israeliano Gazi Azincot ha escluso una presenza prolungata nel paese vicino ma il clima non e' di grande ottimismo: il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa ha sentenziato che il processo di pace in Medio Oriente, dopo questi sviluppi, e' morto e sepolto.

Anche oggi il nord di Israele e' stato raggiunto da un'ottantina di missili, caduti per la prima volta anche sulla citta' di Tiberiade, a 45 chilometri dal confine libanese.

La comunita' internazionale per ora e' impotente: prima ancora che iniziasse il Vertice del G8 a San Pietroburgo sono apparse subito evidenti le divergenze tra il presidente Usa George W. Bush e quello russo Vladimir Putin.

Gli stranieri e non solo sono in fuga: oggi 300 italiani hanno raggiunto la Siria. In quattro giorni in piu' di 100 mila sono riusciti lasciare il Paese dei cedri.

LIBANO MARTELLATO DA NORD A SUD
Per il Libano quelal odierna e' stata un'altra giornata di passione, con bombardamenti continui che hanno visto il loro momento piu' drammmatico nel villaggio meridionale di Marwain. Un minibus su cui due famiglie stavano cercando di sfuggire a un attacco aereo israeliano e' stato centrato da un missile e ridotto a un ammasso di lamiere fumanti. I morti sono stati 21, di cui 15 bambini. Alcuni sono stati arsi vivi.

Le bombe e i missili hanno colpito non solo a sud, dove operano gli Hezbollah, ma in tutto il paese. La capitale Beirut e' stata attaccata a piu' riprese. Oggi e' stato distrutto il quartier generale degli Hezbollah, gia' colpito ieri. Gli elicotteri hanno inoltre attaccato il porto di Beirut, che si trova nel settore cristiano della citta', dove il faro e un silos sono stati danneggiati.

A nord della capitale sono stati colpiti la cittadina costiera di Junieh, il porto di Tripoli, Baalbek e altre localita' della valle della Bekaa oltre a alcuni valichi di frontiera con la Siria, tanto da far temere un attacco poi smentito in territorio siriano.

SU ISRAELE NUOVA PIOGGIA DI MISSILI
Hassan Nasrallah, il leader degli Hezbollah, ieri aveva promesso di rispondere colpo su colpo e anche oggi una vera e propria pioggia di razzi si e' abbattuta sul nord dello stato ebraico, provocando una decina di feriti, secondo alcune fonti.

Per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973, la paura e' tornata anche a Tiberiade, citta' sulle colline che circondano il biblico lago omonimo, per diverse volte nel corso della giornata raggiunta dai Katiusha degli Hezbollah, provocando l'immediata fuga di residenti e turisti.

Il capo della dipartimento operazioni delle forze armate, generale Gazi Azincot, ha detto che non e' intenzione di Israele inviare forze consistenti nel sud del Libano ed ha escluso una presenza prolungata. Azincot ha assicurato inoltre che Israele non intende attaccare la Siria, paese sponsor degli Hezbollah.

Continuano intanto le ricerche dei tre militari israeliani dati per dispersi dopo l'attacco sferrato ieri sera dagli Hezbollah alla corvetta Hanit mentre si trovava al largo di Beirut. I dispersi inizialmente erano quattro ma e' stato confermato che un marinaio e' stato trovato morto.

Fonti militari israeliane sostengono che non e' stato un razzo a colpire la nave ma un missile di tipo C-802 di provenienza iraniana. Gli Hezbollah hanno smentito ma se questa accusa verra' comprovata si apriranno nuovi, inquietanti scenari: questi missili hanno infatti un raggio ben maggiore dei Katiusha (120 contro 60 km). Forse non a caso, per la prima volta dalla fine della guerra del Golfo l'esercito ha oggi dislocato due batterie di missili Patriot a Haifa, nel nord.

STRANIERI IN FUGA DALLA GUERRA
Mentre in Libano cresce la paura, gli stranieri sono in fuga. Su iniziativa dell'Ambasciata italiana di Beirut oggi hanno lasciato il Libano circa 300 italiani, tra cui una cinquantina di bambini. Anche Francia, Usa e altri paesi si stanno attivando per far uscire i loro cittadini. Si calcola che fino a oggi almeno 100 mila persone, tra libanesi e turisti, abbiano abbandonato il paese.

DALLA DIPLOMAZIA SOLO PAROLE
Sulla crisi le prese di posizione della comunita' internazionale si sprecano ma finora non si intravedono iniziative concrete. L'occasione ideale sarebbe fornita dal G8 apertosi stasera a San Pietroburgo, in Russia. La situazione in Medio Oriente dominera' certamente i lavori. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, Steve Hadley, ha detto anzi che una dichiarazione ''sta maturando'' e che potrebbe essere pubblicata domani. Ma le prospettive pero' non sono buone. Usa e Russia sono in disaccordo, come e' emerso oggi gia' prima dell'inizio del vertice, quando il presidente americano George W. Bush ha accusato la Siria di essere il principale responsabile della crisi. D'accordo con gli altri europei, il presidente russo Vladimir Putin, invece, ha messo in chiaro che la risposta israeliana e' stata del tutto sproporzionata.

I ministri degli esteri della Lega Araba si sono ritrovati oggi al Cairo per una riunione di emergenza a porte chiuse. Alla fine e' arrivata una dichiarazione pessimistica del segretario generale Amr Moussa ha detto che il processo di pace in Medio Oriente ''e' morto''.
02/08/2006 19:35
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***
non riesco a intravedere nemmeno una piccola [SM=x245570] speranza.
28/08/2006 17:41
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per la serie: "le porcherie medio-orientali"
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