www.ilcibicida.com - info[at]ilcibicida.com
facebook.com/ilcibicida | myspace.com/ilcibicida | youtube.com/ilcibicida | twitter.com/ilcibicida

 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

MILES DAVIS ROCKSTAR

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2006 22:35
23/05/2006 23:05
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
Miles Davis è passato alla storia come uno tra i maggiori musicisti jazz (memorabili quasi tutte le sue incisioni degli anni ’60), ma a me è sempre piaciuto considerarlo una rockstar.
Oltre a possedere molti dei pregi e dei difetti tipici delle rockstars (un forte carisma ed uno spiccato senso della leadership, assieme ad un prorompente amor proprio), Davis è stato uno tra i principali protagonisti del processo di contaminazione reciproca tra i linguaggi del jazz e del rock.
Avvisaglie della cosiddetta “svolta elettrica” di Davis si avvertono già nel 1969, quando Davis riunisce a New York un ottetto coniugando la tradizionale strumentazione acustica a quella elettrica, mutuandola dal prog-rock e dal funk.
Con lui, Wayne Shorter (sax soprano), Chick Corea ed Herbie Hancock (ai due piani elettrici), l'organista viennese Joe Zawinul, il chitarrista inglese John McLaughlin...



Registrato in un clima di inavvertita improvvisazione, “In a Silent Way” aggiornava la poetica di “Kind of Blue” alla modernità del sound elettrico, anche se con un accento ancora discreto sul piano elettrico di Hancock e Corea, e sulla chitarra elettrica di McLaughlin.
La sezione ritmica ugualmente si attardava sul tradizionale ruolo di sostrato, con il contrabbasso di Dave Holland.
Ma quando con “Bitches Brew” Davis aggiunse al contrabbasso di Holland anche il basso elettrico di Harvey Brooks, e la percussione venne affidata a due batteristi (Lenny White e Jack Dejohnette), la sezione ritmica ne risultò notevolmente rafforzata. Davis puntò anche sulle tastiere elettriche, con ben tre tastieristi (Zawinul, Corea e Larry Young). I fiati si arricchirono del clarinetto basso di Bennie Maupin, ed alla chitarra di John McLaughlin venne concesso un ruolo sempre più evidente.
I cromatismi sonori si moltiplicano e si sfaccettano in una giungla di variazioni, tenuta assieme dalla tromba di Miles Davis (amplificata da wah-wah).
E’ con questo album – che fece gridare all’eresia i puristi del jazz – che Davis portò a compimento la cosiddetta “svolta elettrica”.



L’elettricità non interveniva profondamente solo nella strumentazione e quindi nel sound, ma fu anche la protagonista in fase di postproduzione: Davis sovvertì la consuetudine di registrare gli album jazz in presa diretta durante le esecuzioni, aprendosi alle possibilità di sovraincisione e mixaggio già abituali per gli album rock.
Sono questi album che precorrono il filone della fusion, di cui Davis può essere considerato il padre, e che offriranno molti spunti alla scena jazz-rock, ispirando artisti come Frank Zappa, Robert Wyatt e James Chance…
...oltre ai suoi stessi collaboratori, come Corea ed Hancock, e soprattutto ad Wayne Shorter e Joe Zawinul che formeranno nel ’71 Weather Report.
Nel 72, Davis tentò di spingersi anche oltre, registrando con un orchestra di ben 14 elementi, “On the Corner”, alla ricerca di una musica totale (world-music?), che coniugasse la carnalità nera tribale con l’intellettualismo europeo, ed il minimalismo ascetico della musica orientale.



Non fu l’ultima eresia inseguita da Davis, che continuò a percorrere l’itinerario elettrico per tutto il decennio ’70, pur con lati e bassi, causati per lo più da problemi di salute.
Gli ’80 si aprirono con “The Man with the horn”, ma soprattutto con il sodalizio artistico con il bassista Marcus Miller (esperto anche nell’uso del sintetizzatore), che fece presagire una nuova svolta: l’album “Tutu” è in realtà quasi interamente opera del talento di Miller, che lo ha interamente composto, ma impreziosito dalla inconfondibile tromba di Davis, che umanizza con grande trasporto un fondale sonoro volutamente artefatto dall’uso di una tecnologica freddissima e ipercostruita: incontro tra black-music ed elettronica che già prelude alla moda synth-pop, che contaminerà negli ’80 anche il funk e l’RnB, costituendo quella ricetta transgender che è stata l’alimento principale della musica popolare nell’era della videomusica.



E’ questo l’album che apre l’ultima fase della sua carriera, in cui un evidente calo di ispirazione ed un interesse sempre più palese per le mescole popolari di rock funky e soul (che gli procurarono l’ammirazione di personaggi come Prince e Quincy Jones) gli alienarono una parte del pubblico più ricercato: fatto che non intaccò la voglia di Davis di confrontarsi e giocare d’anticipo con le mode incalzanti: ne sia la prova l’album "Doo-Bop" - che uscirà postumo nel ’92 – che anticipando il cool-jazz porterà persino il rap nella discografia del grande trombettista.


23/05/2006 23:19
Post: 1.750
Post: 1.723
Registrato il: 18/01/2004
Sesso: Maschile
Grado: Moderatore
Livello: Veteran
OFFLINE
Molto, molto interessante.
Davis è un artista che ancora devo assolutamente approfondire, ho ascoltato soltanto il capolavorissimo Kind of Blue. Grazie delle dritte in ogni caso.
24/05/2006 01:01
Post: 8.436
Post: 6.843
Registrato il: 13/10/2003
Sesso: Maschile
Grado: Moderatore
Livello: Master
OFFLINE
grazie per la bella discussione mirko.
24/05/2006 13:10
Post: 1.217
Post: 199
Registrato il: 01/03/2005
Età: 45
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Molto, molto interessante! Un personaggio che sicuramente, come il genere a cui appartiene, dovrò approfondire.
Oltre al famoso Kind Of Blue, posso dire di avere apprezzato tantissimo In a Silent Way e, soprattutto, Bitches Brew, davvero fenomenale. Spero di contribuire presto anche io a questo grandioso thread!
24/05/2006 14:42
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
..io in questi giorni sto maturando una vera e propria ipnosi per "On the Corner".
01/06/2006 23:44
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Ciao a tutti, sono nuovo da queste parti. Molto interessante la discussione che avete aperto su Miles Davis e ho trovato simpatica la definizione di "rockstar" che gli è stata affibiata da Mirkosvaro.
Avendo letto talmente molto su Davis posso confermare ciò che dice Mirkosvaro circa i pregi e i difetti tipici delle rockstar e che MIles riassumeva in se appieno. Anche se non condivido la definizione di "rockstar", forse perchè ne è pieno il mondo, ma preferisco semplicemente "jazzman". Proprio per differenziare chi spesso è definito "rockstar" senza alcun merito da chi, e sono veramnete pochi, è un jazzman ed è indubbiamente un gran musicista.
Di Miles io preferisco la produzione anni 60, in quegli anni, a mio avviso, non c'era nessuno che poteva vantare dischi jazz di quel livello. "Seven Steps To Heaven", "My Funny Valentine", "E.S.P.", "Miles Smiles", "Nefertiti" sono solo alcuni dei strepitosi album che ha pubblicato in quel periodo. E sono uno meglio dell'altro.
E, se mi permettete, ci metterei dentro pure tre capolavori della fine anni 50 (per l'esattezza 1958 e 59 quindi prossimi ai 60, consentitemi, anche se lavori totalmente diversi, di inserirli tanto per inquadrare il periodo)che sono "Porgy And Bess", "Sketches Of Spain" e il capolavoro Davisiano, e della musica jazz tutta, per eccellenza, "Kind Of Blue".
Per quanto riguarda i lavori di fine anni 60 e tutti i 70 ho un'opinione tutta mia e che si distacca un pò dal pensiero generale.
Ossia, è vero che "In A Silent Way", "Bitches Brew" o "On The Corner" sono lavori eccelsi ma è altrettanto vero che in quel periodo altri artisti, che si ispirarono alla musica di Davis ed in parte ne copiarono l'architettura, uscirono con degli album che, a mio avviso, erano nettamente migliori di quelli del trombettista.
Discorso a parte solo per "Bitches Brew" che nessuno ebbe il coraggio di osare fino a tanto.
Un esempio pratico fu che dopo aver inciso con Miles "On The Corner", Herbie Hancock pubblicò forse il più bel disco di fusion-funky mai prodotto, "Head Hunters".
Lo stesso vale per Chick Corea che usci, nel 72, con il capolavoro "Return To Forever". O i Weather Report, fondati da Zawinul e Shorter, che dopo Miles produssero dischi eccezionali fino all'esplosione di "Heavy Weather", frutto non solo dell'assorbimento che i due ebbero verso il groove di Davis ma anche dall'incontro con un altro GIGANTE del panorama jazz, il bassista Jaco Pastorius.
Ciò non toglie che il PADRE di tutto fu Davis e che, per quanto bello può essere un "Head Hunters" questo risente della vena creativa di Miles. Probabilmente senza "On The Corner" i capolavori funky di Hancock non sarebbero mai esistiti.
Questo era un discorso che facevamo tempo fa con un esperto del Miles anni 70 che è Xeno e che vorrei sapere cosa ne pensa.
Per quanto riguarda gli anni 80, personalmente adoro ogni lavoro pubblicato. Vuoi per la forte presenza del grandissimo Marcus Miller, che adoro particolarmente, vuoi per il groove funky che ogni elemento della band sprigionava dai loro strumenti. C'è da dire che i lavori in studio sono molto, troppo, dominati dai synth e dall'elettronica in generale. Ma le performance dal vivo sono tutte maiusole e SUONATE di brutto!!!!
E non scordiamoci che, come sottolineava anche Mirkosvaro, con "doo-bop" del 92 Miles si avvicinò anche al rap fondendolo con il suo personale jazz.
Chissà cosa avrebbe prodotto oggi, se fosse stato vivo, dopo aver cambiato il corso del jazz per cinque o sei volte.
Chissà quanti altri musicisti avrebbe scovato e avrebbe reso grandi. Così come ha fatto per chiunque abbia suonato con lui. Lo ha accolto nella sua famiglia, è diventato la sua famiglia, si sarebbe subito le ire e le follie dell' artista genio, avrebbe suonato musica che non aveva mai sentito prima e poi se ne sarebbe andato per la sua strada... diventanto un "jazzman" di livello mondiale.
Questo era Miles e questo è ciò che faceva. Non solo ottima musica ma accendeva stelle che a loro volta ci avrebbero regalato altra ottima musica.
Ne sono la testimoniuanza John Coltrane, Bill Evans, Herbie Hancock, Chick Corea, Keith Jarrett, Marcus Miller e tanti ma tanti altri ancora.
Scusate la lungaggine.

03/06/2006 11:07
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
Re:

Scritto da: blacksound.luca 01/06/2006 23.44
Ossia, è vero che "In A Silent Way", "Bitches Brew" o "On The Corner" sono lavori eccelsi ma è altrettanto vero che in quel periodo altri artisti, che si ispirarono alla musica di Davis ed in parte ne copiarono l'architettura, uscirono con degli album che, a mio avviso, erano nettamente migliori di quelli del trombettista.
Discorso a parte solo per "Bitches Brew" che nessuno ebbe il coraggio di osare fino a tanto.
Un esempio pratico fu che dopo aver inciso con Miles "On The Corner", Herbie Hancock pubblicò forse il più bel disco di fusion-funky mai prodotto, "Head Hunters".
Lo stesso vale per Chick Corea che usci, nel 72, con il capolavoro "Return To Forever". O i Weather Report, fondati da Zawinul e Shorter, che dopo Miles produssero dischi eccezionali fino all'esplosione di "Heavy Weather", frutto non solo dell'assorbimento che i due ebbero verso il groove di Davis ma anche dall'incontro con un altro GIGANTE del panorama jazz, il bassista Jaco Pastorius.
Ciò non toglie che il PADRE di tutto fu Davis e che, per quanto bello può essere un "Head Hunters" questo risente della vena creativa di Miles. Probabilmente senza "On The Corner" i capolavori funky di Hancock non sarebbero mai esistiti.
Questo era un discorso che facevamo tempo fa con un esperto del Miles anni 70 che è Xeno e che vorrei sapere cosa ne pensa.


Innanzi tutto, caro Luca, grazie per aver colto il mio invito a partecipare a questa discussione (invito che ho esteso chiaramente anche al mio amico Xeno).
Concordo con te, sul fatto che Davis ha sicuramente avuto geniali e precoci intuizioni, a cui ha dato talvolta una forma rapida e volutamente imprecisa...che successivamente altri artisti - per i quali Davis è stato un mentore - hanno raffinato e precisato ulteriormente...è il caso dei succitati Hancock e Corea, per esempio.
La discussione pertanto è ovviamente estendibile a questi artisti ispirati dagli album di Davis.
Di Hancock sto cercando di procurarmi quanto più materiale mi riesce, ed ho iniziato appunto dallo splendido HEAD HUNTERS, un consiglio per tutto il forum.



Sul titolo del thread, ovviamente non si può che considerare Davis un fondamentale jazzman... ma mi divertiva proporre una interpretazione non ortodossa di questo artista...anche a dispetto dei concettuali confini con cui siamo abituati a distinguere nettamente generi musicali anche molto diversi.
05/06/2006 12:48
Re:

Scritto da: blacksound.luca 01/06/2006 23.44

Per quanto riguarda i lavori di fine anni 60 e tutti i 70 ho un'opinione tutta mia e che si distacca un pò dal pensiero generale.
Ossia, è vero che "In A Silent Way", "Bitches Brew" o "On The Corner" sono lavori eccelsi ma è altrettanto vero che in quel periodo altri artisti, che si ispirarono alla musica di Davis ed in parte ne copiarono l'architettura, uscirono con degli album che, a mio avviso, erano nettamente migliori di quelli del trombettista.
Discorso a parte solo per "Bitches Brew" che nessuno ebbe il coraggio di osare fino a tanto.
Un esempio pratico fu che dopo aver inciso con Miles "On The Corner", Herbie Hancock pubblicò forse il più bel disco di fusion-funky mai prodotto, "Head Hunters".
Lo stesso vale per Chick Corea che usci, nel 72, con il capolavoro "Return To Forever". O i Weather Report, fondati da Zawinul e Shorter, che dopo Miles produssero dischi eccezionali fino all'esplosione di "Heavy Weather", frutto non solo dell'assorbimento che i due ebbero verso il groove di Davis ma anche dall'incontro con un altro GIGANTE del panorama jazz, il bassista Jaco Pastorius.
Ciò non toglie che il PADRE di tutto fu Davis e che, per quanto bello può essere un "Head Hunters" questo risente della vena creativa di Miles. Probabilmente senza "On The Corner" i capolavori funky di Hancock non sarebbero mai esistiti.
Questo era un discorso che facevamo tempo fa con un esperto del Miles anni 70 che è Xeno e che vorrei sapere cosa ne pensa.




Ti ringrazio per "l'Esperto" [SM=g27964] , ma stai mentendo di brutto diciamo che l'esperto qui e' qualcun'altro...
Ho voluto cominciare la mia esperienza "Davisiana", con Bitches Brew, spinto da quella mail Megagalattica che mi mandasti suddividendo la produzione di Miles in periodi!!(Conoscevo gia' KIND OF BLUE, AURA e AMANDLA)


Senza dubbio Hancock nei dischi FUSION di maggior successo si avvalse molto dell'elettronica, cosa che Miles sfioro' nell'ultimo capolavoro anni '70 GET UP WITH IT e che affermo' decisamente nel periodo '80.
Quoto sicuramente il fatto che Hancock abbia decisamente affermato lo sperimentalismo della "indigesta" fusion di Miles, pero' come ben sai preferisco scindere le 2 produzioni...

La Fusion di Miles e' caratterizzata rispetto a quella di Hancock di un sound molto piu' grezzo e tribale, nonche' di netta improvvisazione!!(fatta eccezione per Hancock di SEXTANT ... veramente bello Luca [SM=x245571] ).

La domanda che martella la mia testa e' sempre la stessa.... "SE MILES NON AVESSE FATTO QUEL BRUTTO INCIDENTE COME SAREBBE EVOLUTA LA SUA FUSION????"
"SAREBBE STATA PIU' MELODICA??? O SEMPRE PIU' STRAVAGANTE?"

Di certo l'ultimo GET UP WITH IT non aveva perso quell'eclettismo, quella tipica capacita' di improvvisazione che ormai caratterizzava il periodo elettrico, anzi e' estremamente piu' eccentrico rispetto al precedente ON THE CORNER, basti pensare a pezzi come RATED X dove padroneggia un tetro organo da chiesa o all'estremo eclettismo di CALYPSO FRELIMO(pezzo che adoro)!!

Per questo non mi sento di condividere l'idea che Hancock abbia fatto fusion meglio di Miles preferisco dire che l'ha resa piu' di facile ascolto alle masse, e soprattutto l'ha diversificata colmandola di elettronica e funky!!!



Consiglio vivamente a MIRKO e a tutti l'ascolto di questo lavoro d1 Hanconck che segue fedelmente le orme di HEAD HUNTERS:

THRUST



nonche' del superbo live in Japan
FLOOD

dove troverete pezzi di HEAD HUNTERS, THRUST e MAN CHILD(che ancora non ho avuto il piacere di ascoltare) eseguiti STREPITOSAMENTE DAL VIVO!!!

Ovviamente sono dischi che mi sta facendo acquistare/ascoltare il CARO LUCA!! che ringrazio INFINITAMENTE [SM=x245584] ....

un'altro RINGRAZIAMENTO va a MIRKO [SM=x245584] che ha aperto questo Thread e che soprattutto sta Apprezzando la musica di MILES e HANCOCK...

prevedo che il Thread si fara' sempre piu' interessante!!!

CIAO!


[Modificato da -Major Xeno- 05/06/2006 17.25]

05/06/2006 13:04
..Scusate
dimenticavo di salutare il caro PROF V e lo staff(che non conosco)
CIAO e Grazie di ESISTERE!!

un saluto particolare anche ad ALEX - VERTIGO [SM=x245584]

[Modificato da -Major Xeno- 05/06/2006 13.05]

05/06/2006 19:14
Post: 1.217
Post: 199
Registrato il: 01/03/2005
Età: 45
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Re: ..Scusate

Scritto da: -Major Xeno- 05/06/2006 13.04


un saluto particolare anche ad ALEX - VERTIGO [SM=x245584]




Felice di ritrovarti Emy! [SM=g27959]
06/06/2006 09:02
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
Re: Re:

Scritto da: -Major Xeno- 05/06/2006 12.48

Senza dubbio Hancock nei dischi FUSION di maggior successo si avvalse molto dell'elettronica, cosa che Miles sfioro' nell'ultimo capolavoro anni '70 GET UP WITH IT e che affermo' decisamente nel periodo '80.
Quoto sicuramente il fatto che Hancock abbia decisamente affermato lo sperimentalismo della "indigesta" fusion di Miles, pero' come ben sai preferisco scindere le 2 produzioni...

La Fusion di Miles e' caratterizzata rispetto a quella di Hancock di un sound molto piu' grezzo e tribale, nonche' di netta improvvisazione!!(fatta eccezione per Hancock di SEXTANT ... veramente bello Luca [SM=x245571] ).

[...]

Per questo non mi sento di condividere l'idea che Hancock abbia fatto fusion meglio di Miles preferisco dire che l'ha resa piu' di facile ascolto alle masse, e soprattutto l'ha diversificata colmandola di elettronica e funky!!!




grazie Maggiore per i consigli - che ascolterò quanto prima - ma soprattutto per l'intervento che pone un interessante punto di vista sul nesso tra Miles ed i suoi "seguaci".
Condivido la tua tesi, anch'io trovo nella fusion di Davis un'ambizione etnica, africaneggiante, tribale persino...che non trovo invece nella fusion di Hancock che - seppure raffinatissima e splendida - si fonda su una ricerca melodica più elaborata e concettuale, probabilmente memore del progressive-rock da cui infatti furono mutuate le tastiere elettriche. Questa mia è un'opinione provvisoria, un'impressione, che forse troverà conferma nei successivi ascolti di Hancock...altrimenti sarò lieto di ricredermi.
Per ora l'ascolto di HEAD HUNTERS mi ha davvero stregato!
06/06/2006 15:52
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Re: Re:

Scritto da: -Major Xeno- 05/06/2006 12.48




Per questo non mi sento di condividere l'idea che Hancock abbia fatto fusion meglio di Miles preferisco dire che l'ha resa piu' di facile ascolto alle masse, e soprattutto l'ha diversificata colmandola di elettronica e funky!!!

[Modificato da -Major Xeno- 05/06/2006 17.25]




Grande Xeno, sono contento che hai partecipato anche tu.
Condivido in pieno il tuo pensiero e aggiungo che è giustissimo, come fai tu, scindere la fusion di "On the Corner" con quella di "Head Hunters".
Tuttavia io non riesco a fare una distinzione tra i due dischi, che comunque ammetto che siano molto diversi, ma solo perchè Hancock pubblicò HeadHunters proprio per raggiungere la grande massa di pubblico che Davis non raggiunse con On The Corner.
Praticamente Davis, come riporta la sua Biografia, volle abbracciare, oltre al suo solito pubblico di neri, anche la massa di bianchi che era più propensa verso il rock. Discorso che aveva già avviato con eccezionali risultati con Bitches.
On the Corner, però, fu pubblicizzato in maniera pessima e fu passato solo nelle radio a maggior utenza di neri che ascoltavanbo jazz. Il risultato di questa promozione sbagliata fu che le vendite del disco di Davis, all'epoca, furono ridicole.
Hancock, che in On The Corner aveva lavorato, venne fuori, zitto zitto, e prese il sound di On The Corner ma invece di mantenere quello stile grezzo e a tratti psichedelico lo rese più caldo e melodico, immergendolo in un funky strepitoso.

Quindi, condivido con te che e con Mirkosvaro, che i due album sia necessario scinderli come due cose diverse, ma, collocandoli in quel periodo storico e in base a quanto detto, credo che questa distinzione non debba essere così netta.

Condivido in pieno invece quando dici che Hancock non ha fatto fusion migliore di Miles. E' molto soggettivo un pensiero simile infatti mi correggo dicendo che per i miei gusti la fusion di Hancock mi è piaciuta più di quella di Davis pur riconoscendo la paternità di questa STUPENDA musica allo stesso Miles che, ad oggi, è il musicista più grande che io abbia mai ascoltato.

Comunque, caro Xeno, il tuo post è stato veramente preciso e dettagliato e soprattutto molto interessante e la cosa mi rende felice perchè non è molto frequente avere questi scambi di opinioni su di un forum italiano. La fusion ma anche il jazz, non sono certo i generi più seguiti nel nostro paese.

Speriamo che ci siano molti interventi da parte di altri utenti.
06/06/2006 15:59
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Re: Re:

Scritto da: mirkosv@ro 03/06/2006 11.07


Sul titolo del thread, ovviamente non si può che considerare Davis un fondamentale jazzman... ma mi divertiva proporre una interpretazione non ortodossa di questo artista...anche a dispetto dei concettuali confini con cui siamo abituati a distinguere nettamente generi musicali anche molto diversi.


Grazie a te per avermi invitato. E' un piacere poter parlare di questa musica.

Per quanto riguarda la definizione di ROCKSTAR che hai dato di Davis ti ribadisco che l'ho trovato molto simpatica ed intelligente. E quando parli dei confini, con cui spesso vengono distinti i generi musicali, sono ancora più convinto che la tua definizione di ROCKSTAR sia azzeccata, perche pochi artisti come Miles hanno varcato proprio questi confini.
06/06/2006 16:09
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Re: Re: Re:

Scritto da: mirkosv@ro 06/06/2006 9.02


grazie Maggiore per i consigli - che ascolterò quanto prima - ma soprattutto per l'intervento che pone un interessante punto di vista sul nesso tra Miles ed i suoi "seguaci".
Condivido la tua tesi, anch'io trovo nella fusion di Davis un'ambizione etnica, africaneggiante, tribale persino...che non trovo invece nella fusion di Hancock che - seppure raffinatissima e splendida - si fonda su una ricerca melodica più elaborata e concettuale, probabilmente memore del progressive-rock da cui infatti furono mutuate le tastiere elettriche. Questa mia è un'opinione provvisoria, un'impressione, che forse troverà conferma nei successivi ascolti di Hancock...altrimenti sarò lieto di ricredermi.
Per ora l'ascolto di HEAD HUNTERS mi ha davvero stregato!


Giustissimo. Però come dicevo prima in risposta a Xeno anche Hancock fece un lavoro molto "tribale" che fu "SEXTANT". Ma ottenne gli stessi consensi che ottenne anche "ON THE CORNER" (prossimi allo zero) quindi Herbie virò subito su un tipo di linguaggio che potesse essere apprezzato da un numero maggiore di persone.
Questa potremmo tranquillamente chiamarla "paraculata" o "commercializzare" la propria musica. Fatto sta che, a parer mio, una volta sottolineato il fatto che SICURAMENTE DI MUSICA COMMERCIALE NON SI TRATTA, trovo la musica di Hancock irresistibile a differenza dei lavori di Davis, di quel periodo, che li trovo GENIALI ma non irresistibili. Questo naturalmente è solo la mia personalissima impressione.
Comunque oltre i disci citati da Xeno, che sono FORMIDABILI, ti consiglio, dato che mi sembra di capire che i tocchi tribali non ti dispiacciano, anche "SEXTANT" e "DIS IS DA DRUM" (ma qui passiamo alla musioca anni 90 e ricca di campionamenti).
Questi ultimi due penso che siano le cose più tribali e più africane che abbia mai sentito nel jazz.
07/06/2006 20:20
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: blacksound.luca 06/06/2006 16.09
...dato che mi sembra di capire che i tocchi tribali non ti dispiacciano, anche "SEXTANT" e "DIS IS DA DRUM" (ma qui passiamo alla musioca anni 90 e ricca di campionamenti).
Questi ultimi due penso che siano le cose più tribali e più africane che abbia mai sentito nel jazz.



E' una delle peculiarità della fusion che mi interessa di più cogliere in questo thread, perchè credo che sia stata appunto questa ricerca dell'Africa il tratto d'unione che ha apparentato ricerche musicali anche diverse negli anni '70.
L'influenza di Davis si può fare arrivare anche alla wave etnica di fine 70...e poi oltre.
A cavallo tra i decenni 70 e 80 molti musicisti, più o meno popolari, si erano ormai convinti di potere abbattere i confini tra funk, jazz e musica elettronica.
Ovviamente, sono ora molto curioso di ascoltare gli album "etnici" di Hancock, anche perchè ho dato un'occiata alle date e si ricade appunto in quella prima metà dei 70 che ha visto compiersi il processo di elettrificazione del jazz iniziato da Davis.
18/06/2006 13:14
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
ascolti di questa settimana:
1973 SEXTANT



1974 THRUST

18/06/2006 23:11
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Grandi dischi tutti e due!!!
A te sono piaciuti? Quale hai preferito?
Io sicuramente tendo più per THRUST che, insiene a HEAD HUNTERS e a FLOOD, considero i capolavori fusion-funk per eccellenza.

Ti consiglio, se già non lo conosci, un altro album di Hancock che, a quanto pare, ha colpito favorevolmente anche il nostro amico Xeno.
Il disco è MR.HANDS che risale al 1980 (se non vado errato). Gran disco di funky-jazz, straordinario e attualissimo nonostante i suoi 25 anni. Inoltre questo lavoro vede l'aeccezionale collaborazione di Jaco Pastorius che suona il basso sul brano 4 AM.

Dai Maggiore Xeno posta un commento su sto dischetto (potrebbe essere la colonna sonora di una seria di Starsky & Hutch?)

[Modificato da blacksound.luca 18/06/2006 23.12]

18/06/2006 23:23
Post: 260
Post: 17
Registrato il: 01/06/2006
Città: ROMA
Età: 51
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Junior
OFFLINE
Tornando su Miles invece ultimamente sono parecchio preso da un disco anni 60 che a me fa impazzire. Lo conosco a memoria dopo anni di ripetuti ascolti, eppure non mi stanca mai e, anzi, mi da sempre forti emozioni. E, dato che ultimamente si parla anche di Hancock, questo disco accontenta i fan sia del trombettista che del pianista perchè, al piano, è proprio seduto Herbie.
La band è quella del "secondo grande quintetto" (il primo era quello di KIND OF BLUE per capirci) e il disco è forse il più bello, insieme a MY FUNNY VALENTINE, degli anni 60.

[Modificato da blacksound.luca 18/06/2006 23.24]

18/06/2006 23:25
Post: 8.436
Post: 6.843
Registrato il: 13/10/2003
Sesso: Maschile
Grado: Moderatore
Livello: Master
OFFLINE
nessuno di voi è seriamente interessato a scrivere una scheda per noi su Miles?
25/06/2006 19:18
Post: 2.417
Post: 503
Registrato il: 02/08/2004
Sesso: Maschile
Grado: Utente
Livello: Senior
OFFLINE
vedi, Prof...il problema con questi "colossi" sta non solo nella qualità della musica (tanto alta quanto difficile da indagare), ma pure e soprattutto nella dimensione affaticante della loro lunga discografia.
Cmq, mi piacerebbe che da questa discussione emergessero i temi centrali che poi una eventiuale scheda monografica su Davis dovrebbe riportare. Scheda che potrebbe anche venire redatta da più mani.
Diamo tempo al tempo.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:20. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com