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Il piccolo Tommaso

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2006 14:58
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FOLLA AI FUNERALI DI TOMMY. PAPA: STRONCATO DA INUMANA VIOLENZA


IL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI
PARMA - Tommaso Onofri "innocente vita stroncata da inumana violenza". Così si è espresso il Sommo Pontefice nel messaggio inviato in occasione dei funerali ai "familiari e all'intera cittadinanza colpita da così grave lutto".

Allo stesso tempo il Santo Padre eleva la sua "preghiera al Signore perché accolga l'anima del piccolo defunto e conforti i genitori e quanti ne piangono la tragica morte suscitando anche il pentimento in quanti hanno perpetrato l'esecrando crimine".

FOLLA AI FUNERALI DEL PICCOLO TOMMASO
"Noi facciamo il funerale del piccolo Tommaso, ma lui è il vincitore e gli uccisori sono gli sconfitti perché hanno ucciso in sé la propria umanità". Lo ha detto nell'omelia il vescovo di Parma Cesare Bonicelli.

Un lungo applauso ha accolto l'ingresso della piccola bara bianca sormontata da lilium e margherite, nel duomo di Parma.

Accanto alla bara la mamma Paola Pellinghelli, il papà Paolo Onofri, gli zii Cesare e Patrizia Fontanesi, ed il fratellino Sebastiano. Con la famiglia anche Carlo Alberto, figlio adottivo di Paolo Onofri e della prima moglie Francesca Traina. Sulla bara deposta ai piedi dell'altare é stata posata la camiciola battesimale di Tommaso.

Davanti all' altare c'é stato un lungo abbraccio tra Paolo Onofri ed il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Presenti tra gli altri anche il ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi ed il presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro. >br>
In prima fila nel duomo di Parma tra le autorità c'erano anche il presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani, il sindaco di Parma Elvio Ubaldi ed il presidente della provincia Vincenzo Bernazzoli.

TOMMY STRAPPATO DA UN ORCO
Un lungo applauso ha interrotto l'omelia quando il vescovo di Parma ha detto: "quella sera del 2 marzo Tommy, strappato da caldo e dalla luce della sua casa, non poteva far altro che piangere, piangere la sua angoscia e la sua paura; l'orco cattivo era venuto e l'aveva portato sia e lui era solo". "Poi l'orco l'ha ucciso - ha detto ancora Bonicelli - Tommy cercava un abbraccio e invece è stato ucciso. Come è stato possibile questo ?"

LETTE CINQUE LETTERE, UNA DAL FRATELLO
La cerimonia dei funerali si è conclusa con la lettura di cinque lettere, scelte dai genitori di Tommaso, due delle quali arrivate dal carcere, fra le cinque mila arrivate alla famiglia. Una è stata il messaggio ideale che Tommy ha lasciato ai genitori: l'hanno scritta Paolo e Paola dietro la foto del piccolo distribuita per i funerali.

La lettura del messaggio di Tommy fatta dal fratello maggiore Carlo Alberto ha prodotto applausi e lacrime. Hanno pianto anche Paola Pellinghelli e Paolo Onofri che ha ascoltato i messaggi con il volto coperto dalle mani in un gesto disperato. Al suo fianco la moglie accarezzava la foto di Tommaso. Poco prima la coppia aveva fatta la comunione.

TOMMY,IL MIO SACRIFICIO NON SI PERDA NELL'OBLIO
"Il messaggio che voglio lasciarvi, grandi uomini, piccoli e grande donne, piccoli e grandi fratellini, è: fate che il mio sacrificio non si perda nell' oblio, fate che il mio sacrificio sia utile ai vostri cuori, fate che il mio sacrificio vi renda consapevoli della sacralità della vita umana, con cui non si può giocare. E a me piaceva molto giocare. Ciao mamma, ciao papà, ciao Ab, ciao Dado. E un grande sorriso solare come sapevo fare a tutti voi che vi siete stretti a sorreggere la mia famiglia. Tommy".

E' il cuore del messaggio ideale - sottolineato da un lungo applauso - del piccolo Tommaso, che accompagna la foto del bimbo distribuita in decine di migliaia di copie con le immagini di papa Woytjla e di padre Pio, letto dal pulpito durante la cerimonia funebre da Carlo Alberto, il figlio maggiore di Paolo Onofri.

"Ciao - esordisce il messaggio rivolto al padre - grande uomo che mi facevi arrabbiare con la barba pungente, e ti segnavo di no quando minacciavi di baciarmi, ma a cui affidavo fiducioso la mia protezione. Ciao, piccola grande donna che sapevi sempre come consolarmi, di cui cercavo ancora il seno, e a cui affidavo fiducioso la mia cura. Ciao, grande fratellone, che avevo adottato come compagno di giochi, e mi illuminavo quando ti vedevo tornare a casa. Ciao, piccolo grande fratellino, che mi facevi fare le cose più strane, spaventando la mamma, ma mi divertivo da matti quando giocavo con te, e ti piantavo dei bei morsacchi quando mi facevi i dispetti.

Oggi vi saluto tutti, e insieme a voi saluto tutti i grandi uomini e tutte le piccole e grandi donne e tutti i fratelloni e i fratellini di buona volontà, accingendomi a diventare l'angelo che già avevo dimostrato di essere in terra. Non mi sono sottratto alle sofferenze e non mi sono sottratto al sacrificio estremo".

L'OMELIA DEL VESCOVO BONICELLI
Queste le parole del vescovo Cesare Bonicelli per i funerali di Tommaso Onofri nel duomo di Parma. "Saluto e accolgo tutti. Questo è un funerale che non avrei mai voluto celebrare. Io sono sconvolto e angosciato come voi, sconvolto per l'uccisione del piccolo Tommaso, angosciato per la mancanza di cuore e per la cattiveria degli assassini. Per un mese abbiamo trepidato e sperato e pregato: invece il più odioso dei delitti, l'uccisione di un bambino piccolo, malato, é stato compiuto.

In queste settimane Tommy è entrato nelle nostre case, è diventato un po' anche nostro figlio, per questo la sua morte ha toccato così tanto tutti noi, e tutti abbiamo sentito affetto per lui e per i suoi. è stata espressa tanta solidarietà, dai grandi, come il Papa e il presidente Ciampi, ai piccoli. Il Papa per mezzo del Card. Segretario di Stato ha mandato un messaggio. Adesso tutti ci sentiamo sconfitti, pieni di dolore. Ora noi lo consegniamo a Dio Padre. Celebriamo la S. Messa con i paramenti di colore bianco come per i giorni di festa, perché presentiamo a Dio un bambino senza peccato. Un anno fa aveva ricevuto col Battesimo la vita e la santità di Cristo, era diventato tempio di Dio Trinità. Ora è accolto tra gli angeli in Paradiso, in comunione con Dio creatore. La presenza di tante persone a questo funerale dice che qui accade qualcosa che riguarda l'uomo come tale. Noi facciamo il funerale del piccolo Tommaso, ucciso, ma lui è il vincitore e gli uccisori sono gli sconfitti perché hanno ucciso in sé la propria umanità.

Molti non riescono a provare pietà per gli assassini, non riescono a perdonare, alcuni chiedono vendetta. Gesù ha pregato per quelli che lo mettevano in croce. Solo il bene sconfigge il male, solo l'amore vince la cattiveria. In questa Messa, ora, noi, siamo vicini ai genitori e ai familiari di Tommy, vogliamo sostenerli, confortarli, ridare a loro vita e sorriso, speranza, futuro, e ringraziamo tutti quelli che si sono impegnati a favore di Tommy e dei suoi, in particolare le forze dell'ordine. Quella sera del 2 marzo, Tommy, strappato dal caldo e dalla luce della sua casa, non poteva far altro che piangere, piangere la sua angoscia e la sua paura; c'era buio; l'orco cattivo era venuto e l'aveva portato via e lui era solo; poi l'orco l'ha ucciso, Tommy cercava un abbraccio e invece è stato ucciso. Come è stato possibile questo? I bambini, gli innocenti quante volte sono calpestati, negati! In tante parti del mondo sono costretti a lavorare o a usare armi contro i fratelli; tanti bambini e bambine sono abbandonati dopo la nascita, altri sono usati per procurarsi piaceri sessuali.

Oggi pensiamo a tutti i bambini che vengono calpestati nei loro diritti. Gesù ha detto parole di fuoco contro chi fa del male ai bambini, ha detto che sarebbe meglio per lui se gli fosse messa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare (cf. Mc 9,42) In questo momento tutti siamo molto provati, questo è un momento nel quale, come ci ha detto la prima lettura, "é bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore". Poco fa è stato letto il brano del Vangelo della morte e della risurrezione di Gesù, un brano che riguarda anche Tommy. Gesù non è morto, ma è stato ucciso: la differenza è enorme. Non è stato ucciso per incidente, ma proprio per quello che era. Gesù nella via della passione fu solo, con una solitudine vasta come il mondo. Il suo "forte grido" che risuonò come disperata impotenza di fronte alla morte fu il grido della nuova creazione che stava per nascere, al suo grido si squarciò il velo del tempio e la gloria di Dio apparve per la prima volta sulla terra. L'esclamazione del centurione romano davanti a Gesù crocifisso: "Veramente quest' uomo era Figlio di Dio" è il vertice di tutto il Vangelo di Marco, riassume in sé tutto: Dio è il crocifisso. Nel corpo crocifisso di Gesù il centurione (simbolo di ogni discepolo) riconosce Gesù come Figlio di Dio. Solo lì si riconosce il nostro unico Signore. Gesù fu poi messo nel sepolcro, fu restituito come ogni vivente al grembo della terra. Il corpo di Gesù deposto nel sepolcro esprime il fallimento totale, l'uomo senza salvezza.

Poi c'é il silenzio del sabato, il momento estremo quando l'uomo è fallito e Dio tace, il momento nel quale l'uomo è chiamato a sperare contro ogni speranza, a essere come Maria la Madre di Gesù. Il primo giorno della settimana l'angelo annuncia alle donne la bella notizia che Gesù ha sconfitto la morte: "non è qui" dice, il sepolcro è vuoto. è risorto, vive la vita che non muore più. Adesso bisogna tornare in Galilea e vivere la vita del discepolo, vivere con Gesù, come Gesù e per Gesù. E noi siamo qui, nella nostra Galilea, a vivere questo momento così drammatico. Quel che è accaduto a Parma poteva accadere da tante altre parti, ma è accaduto qui, e questo che cosa ci dice? Che il degrado etico nel nostro mondo è molto grave; che la vita è banalizzata, usata, strumentalizzata, profanata; che é tempo che Parma ritorni a essere luogo da dove vengono solo notizie belle e di vita; che la cultura edonista e individualista produce morte; che non è vero che la via della felicità sia soddisfare i propri desideri; che non è vero che tutti i desideri siano buoni e nobili; che, al contrario, è vero che la libertà, questo grande valore, può essere usato bene o male, che la molla del vivere non deve essere il successo a ogni costo, ma deve essere il fare della propria vita un dono, il vivere la solidarietà, la dignità incondizionata di ogni persona, la radicale uguaglianza di tutti e il rispetto di tutti. Siamo al mondo per vivere una vita buona; per i cristiani la vita buona è la vita vissuta da Gesù Cristo, una vita tutta fatta di amore, di dono e di perdono. Si tratta di vivere non solo secondo i propri sentimenti, che possono essere anche cattivi, ma anche e soprattutto secondo la prospettiva di Gesù. Quel che conta è amare, volere e fare il bene: chi si sbarazza dell'amore si sbarazza dell'uomo come uomo.

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Alessi, gli ispettori vanno in Sicilia
Castelli invia degli incaricati per controllare la vicenda processuale
che sei anni fa condannò uno degli rapitori di Tommaso a sei anni


PALERMO - Arriveranno domani in Sicilia gli ispettori inviati dal ministro della giustizia Roberto Castelli per indagare sulla vicenda processuale di sei anni fa che coinvolse Mario Alessi, uno dei rapitori del piccolo Tommaso. Il punto sarà capire se ci sono state delle irregolarità. Gli inviati del ministero erano attesi oggi nei palazzi di giustizia di Palermo e di Agrigento, ma si è saputo che il l'arrivo è slittato di un giorno.

Il loro compito sarà quello di verificare gli atti sulla scarcerazione di Alessi, disposta per decorrenza dei termini dopo quasi nove mesi di detenzione quando venne arrestato a San Biagio Platani (Agrigento) con l'accusa di aver violentato una minorenne dopo aver immobilizzato il suo fidanzato. Per questi fatti Alessi è stato condannato a sei anni di reclusione sia in primo sia in secondo grado. Alessi ha fatto ricorso in Cassazione e la pronuncia è attesa per la fine di giugno. Con lui è stato condannato alla stessa pena Gianluca Bongiovanni, che non ha fatto ricorso alla Suprema Corte. Bongiovanni non era stato mai in carcere ed è stato arrestato venerdì scorso.

Il presidente della Corte di Appello di Palermo, Carlo Rotolo, parlando con i giornalisti stamani ha puntualizzato che la durata media dei processi di sua competenza è più che fisiologica: "Siamo pronti ad accogliere gli ispettori. Comunque - ha affermato il magistrato- questa Corte ha un record di rapidità nella trattazione delle cause. Nel 2004 la media era di 244 giorni, scesa a 210 nel 2005".
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