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FRANCIA STUDENTESCA IN RIVOLTA

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2006 13:38
17/03/2006 12:13
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PARIGI - Centinaia di migliaia di studenti liceali ed universitari sono scesi in piazza in tutta la Francia, in una prova di forza contro il Contratto primo impiego, il contestato provvedimento del governo per favorire l'occupazione dei giovani.

In serata la situazione è degenerata a Parigi, dove si sono avuti violenti scontri fra studenti e polizia nel celebre Quartiere Latino. Sono state costruite barricate sul boulevard Saint Michel e su rue Racine. Dopo lanci di oggetti contro i poliziotti c'é stata una carica ed i giovani si sono successivamente riuniti vicino a Saint Germain. Sempre nella zona del Quartiere Latino sono state rovesciate e bruciate vetture, rotte vetrine e lanciate bottiglie incendiarie contro le forze di polizia che hanno risposto con cannoni ad acqua e largo uso di lacrimogeni.

Gruppi di destra percorrevano intanto le strade gridando slogan contro la sinistra e per la liberazione delle facoltà occupate. Poco prima di mezzanotte la situazione è tornata alla normalità, ma si devono riscontrare anche caffé saccheggiati ed una libreria data alle fiamme. Già nel pomeriggio, a conclusione di un corteo da Place d'Italie a Sevres-Babylone, c'erano stati incidenti con studenti che hanno scagliato pietre e bottiglie contro la polizia, incendiato un' edicola e danneggiato segnali stradali. Gli agenti avevano risposto con gas lacrimogeni. Complessivamente più di 30 poliziotti sono rimasti contusi negli scontri. Ma è stata una giornata difficile in tutto il paese: discordanti, come sempre, le cifre dei manifestanti, se a darle sono gli organizzatori o la polizia. Sono stati più di 320.000, secondo l' Unef, l' Unione nazionale degli studenti di Francia, circa 247.500, secondo la polizia.

A Parigi, cuore della mobilitazione, ce n'erano 33.000 per la polizia, 120.000 per l' Unef. Il comando delle operazioni di polizia era stato assunto direttamente dal ministro dell' interno, Nicolas Sarkozy, che aveva raccomandato agli agenti "sangue freddo e stretto rispetto della deontologia". Ma problemi d' ordine pubblico ci sono stati in qualche città, in particolare a Rennes e nella stessa capitale, mentre a Tolosa scontri sono avvenuti fra studenti favorevoli e contrari all' occupazione dell' università.

A Rennes, nell' ovest del paese, alcune centinaia di manifestanti, alcuni con il viso coperto, hanno incendiato cassonetti dell' immondizia, danneggiato auto e lanciato pietre contro le forze di polizia, che hanno risposto con cariche e con lacrimogeni per disperderli. C' è stato qualche ferito, e tre giovani, di cui due minorenni, sono stati fermati.

In giornata, 300 persone sono state fermate, 180 delle quali nella capitale. E' stata una "dimostrazione di forza" dicono gli studenti, che si apprestano a tornare in piazza sabato, questa volta insieme alle organizzazioni sindacali. "Il governo dovrebbe venire a vedere oggi nella strada - ha detto Bruno Julliard, presidente dell' Unef, il più potente sindacato degli studenti, di sinistra - che manifestano insieme disoccupati, giovani agiati delle università e giovani dei quartieri difficili delle banlieue. De Villepin non dividerà la gioventù".

"E la manifestazione di oggi non è che una prova generale di quella di sabato",
ha aggiunto Julliard, 25 anni, studente di giurisprudenza a Lione, leader del movimento. Socialista, ha restituito la tessera quando l' anno scorso è diventato presidente del sindacato studentesco. A Tolosa, invece, ci sono stati momenti di tensione fra studenti che avevano occupato l' università e i loro colleghi che volevano entrare per studiare. Ci sono stati lanci di sedie, di estintori. Poi un voto serrato, in assemblea generale, ha deciso il prolungamento dello sciopero degli studenti. Il premier Dominique de Villepin si è detto oggi "aperto al dialogo, nel quadro fissato dalla legge, per migliorare il provvedimento". Il governo sembra unito, ma non troppo solidale con lui.

Il ministro del lavoro, Jean-Louis Borloo, non è voluto andare in tv per difendere un provvedimento sul quale aveva espresso riserve. Ma studenti, sindacati ed opposizione politica - socialisti in testa - chiedono il ritiro puro e semplice del Contratto primo impiego, una misura che - sostengono - accresce la precarietà, dando la possibilità agli imprenditori di licenziare nei primi due anni, senza giusta causa, i giovani sotto i 26 anni.
Si è fatta sentire anche Segolene Royal, star socialista nei sondaggi per l' Eliseo del 2007, con un messaggio quasi presidenziale: "i giovani vogliono lavorare, coinvolgersi, partecipare alla ripresa del paese. C' è un non riconoscimento profondo da parte del governo di questa attesa della gioventù".
17/03/2006 12:14
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ma da noi? nn ne fanno mai??? solito paese...
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In Francia ultimamente le rivolte sono all'ordine del giorno...
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le motivazioni sono importanti.
20/03/2006 16:29
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Le motivazioni saranno anche importanti, ma ormai a Parigi alla minima cagata chiunque scende in p.zza e da a fuoco a tutto quello che trova... è un'esagerazione anche quella !
20/03/2006 17:31
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hai nozione della teoria del kaos? [SM=x245516]
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bhè se per te chiunque sono 1 milione e mezzo di persone....
23/03/2006 16:10
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Le motivazioni sono importanti.
Un milione e mezzo di persone non sono nessuno.

Ma è pazzia comunque quello che stanno facendo.
28/03/2006 15:10
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A mio parere la legge francese in questione è una legge corretta. Anzi direi inevitabile più che corretta. Il mondo del contratto a tempo indeterminato è destinato a subire notevoli modifiche (che tuttavia questa legge non attua, preferendo,giustamente,la via della moderazione,contrariamente alla legge Biagi) ed è utopistico pensare di continuare a competere sul mercato mondiale senza queste modifiche. E' indubbio che chiunque preferisce un contratto a tempo indeterminato. Ma in questi bisogna ragionare con l' ottica della collettività, anche se talvolta può andare contro i nostri stessi interessi.
28/03/2006 18:51
Re:

Scritto da: K.Kieslowsky 28/03/2006 15.10
A mio parere la legge francese in questione è una legge corretta. Anzi direi inevitabile più che corretta. Il mondo del contratto a tempo indeterminato è destinato a subire notevoli modifiche (che tuttavia questa legge non attua, preferendo,giustamente,la via della moderazione,contrariamente alla legge Biagi) ed è utopistico pensare di continuare a competere sul mercato mondiale senza queste modifiche. E' indubbio che chiunque preferisce un contratto a tempo indeterminato. Ma in questi bisogna ragionare con l' ottica della collettività, anche se talvolta può andare contro i nostri stessi interessi.



tu evidentemente il mondo del lavoro l'hai visto da lontano, dal tuo balcone magari. ti consiglio di documentarti meglio prima di spararle cosi grosse.
28/03/2006 21:21
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Tu pensala come vuoi. Io la penso come voglio. Non avere la supponenza però di sapere cosa è giusto e cosa no. Io, ti ripeto, la penso così. Sei liberissimo di criticare il mio pensiero ma non di giudicare. Io potrei ipotizzare qualsiasi cosa sul tuo conto, dalla migliore alla peggiore, ma non lo faccio per principio in quanto lo ritengo una cosa stupida. Tu non sai nulla di me quindi ritengo sia cosa sensata andarci piano con le opinioni sul mio conto. Le mie idee invece sono a tua disposizione per il confronto.
28/03/2006 21:42
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giusto per motivare la mia opinione ti elenco alcuni ragioni della stessa:

1) Gli Stati Uniti sono una nazione con un' elevata "precarietà" lavorativa ma la percentuale di disoccupati è inferiore a quella francese.
2) La legge prevede la possibilità di licenziare senza la giusta causa i lavoratori fino a 26 anni entro 2 anni dall' assunzione. Non è conseguentemente applicata a tutti i lavoratori.
3) Per un ragazzo giovane l' idea di avere "il fuoco sotto il cuolo" può essere maggiormente un incentivo alla produttività ed all' efficienza (a mio avviso, ti ripeto a mio avviso, ti ripeto ancora nel caso tu non l' abbia capito, a mio avviso...) rispetto ad un contratto di lavoro "classico"
4)Se un ragazzzo si dimostra qualificato e produttivo in maniera adeguata alla richiesta, difficilmente ritengo che possa venire licenziato senza giusta causa, in quanto sarebbe esclusivamente un danno per chi lo licenzia.


Giusto per ricordartelo io purtroppo, al contrario di te naturalmente, non possiedo capacità mentali adeguate ad esprimere opinioni al riguardo, conseguentemente non prendertela troppo per quello che ho detto. Buona serata. Ti mando un grosso e riconciliante bacione.
29/03/2006 02:15
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Mi dispiace Matteo, ma mi trovo diametralmente in disarmonia con quanto da te detto. Non la trovo una legge corretta e non credo nel fuoco sotto il culo. Non corretta perché la storia del diritto del lavoro francese non è quella dell’American rule e del licenziamento “at-will” (del quale se vuoi possiamo tranquillamente discutere). Quanto alla questione “temperatura fondoschiena”, in quel gioco obbligato che è la trasposizione in un contesto nazionale, non penso che il grado di produttività di un paese come il nostro possa migliorare con i tizzoni ardenti, basterebbe evitare un certo clientelismo, non so se mi spiego. Resta il fatto che ciascuno di noi è libero di pensarla come vuole, ma un’affermazione come la tua è forte, prima di essere giusta o sbagliata.

Grazie
29/03/2006 02:16
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Tengo a precisare che il mio è un intervento lampo, la questione meriterebbe una più dettagliata dissertazione.
29/03/2006 16:40
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Prof. il tuo intervento è perfettamente corretto. Così mi piace discutere. Persone come te si confrontano sulle idee, dando medesima possibilità di espresione alla controparte, anche se nettamente in disaccordo. Hai senza dubbio ragione sul fatto che la questione merita più dettagliata discussione.

PS. Secondo me una delle cause del clientelismo ha sede proprio nella "intoccabilità" del lavoratore italiano( anche se il problema da cui siamo partiti riguardava la Francia. Per esempio la legge Biagi mi sembra eccessiva e sbagliata, mentre quella francese mi trova favorevole.).

P.S. II (non ho messo il 2 arabo per evitare sponsorizzazioni alla Sony): se persone che mettono a ferro e fuoco la Francia si dicono sostenitori di diritti alla sicurezza lavorativa, allora senza dubbio dico "evviva la disoccupazione".Scherzi a parte, non riesco proprio a capire che senso abbia manifestare le proprie idee tramite la violenza(senza dimenticare che vedo persone di questo tipo manifestare in mezzo a bandiere della Pace).
29/03/2006 23:24
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Questo è un argomento davvero interessante ed importante per qualsiasi nazione.

però secondo me il problema da superare non è solo quello del clientelismo, piaga che bisogna necessariamente risolvere, ma a mio vedere in un paese come il nostro anche il posto sicuro ha degli aspetti controproducenti (e qui rientra il fuoco sotto il culo).

Spiego meglio, nella cultura bacata del nostro paese, quando uno riesce d avere un posto di lavoro a tempo indeterminato, ha risolto tutti i problemi della sua vita, non ha più niente da chiedere e non fa molto per migliorare la propria produttività (modello homer simpson).

Per fare un esempio: oggi diventare professore di ruolo è molto difficile, e giù tutti a protestare, poi pochi eletti, spesso per meriti loro, riescono a diventare titolari di un posto, e purtroppo solo pochissimi professori una volta ottenuto il posto fisso riescono a mantenere ad alti livelli il loro insegnamento.

e così è un po' in tutti i lavori.

Ora se da un lato il lavoro a tempo determinato può fare in modo che vengano fuori quelle persone che veramente lavorano bene, e che quindi il datore di lavoro, dovrebbe preferire, dall'altro lato questo stesso metodo non consente a queste stesse persone meritevoli di poter costruire un futuro, perchè il rischio di restare in mezzo alla strada è alto.

Qual è la soluzione?

bella domanda, io non saprei risolvere il problema, e purtroppo mi sa che non ci riescono molte persone, altrimenti non ci sarebbero tutte queste situazioni dentro e fuori i nostri confini.

posso solo dire che io credo nella meritocrazia, che però nel nostro paese è riservata solo a graduatorie che servono ad ottenere il lavoro, mentre bisognerebbe cercare di inserirle anche per indicare i migliori lavoratori per settori, o quantomeno, bisognerebbe indicare degli obiettivi minimi che ogni dipendente dovrebbe realizzare.

ma questa è solo un'utopia, renderebbe la vita più difficile a molta gente che dovrebbe cominciare a lavorare sul serio.
30/03/2006 14:41
Re:

Scritto da: K.Kieslowsky 28/03/2006 21.21
Tu pensala come vuoi. Io la penso come voglio. Non avere la supponenza però di sapere cosa è giusto e cosa no. Io, ti ripeto, la penso così. Sei liberissimo di criticare il mio pensiero ma non di giudicare. Io potrei ipotizzare qualsiasi cosa sul tuo conto, dalla migliore alla peggiore, ma non lo faccio per principio in quanto lo ritengo una cosa stupida. Tu non sai nulla di me quindi ritengo sia cosa sensata andarci piano con le opinioni sul mio conto. Le mie idee invece sono a tua disposizione per il confronto.



mi concedi i miei dieci anni in più? da lavoratore, che si fa un mazzo tanto non mando giù facilmente certe esternazioni, punto. se ti ho offeso ti chiedo scusa, non era mia intenzione. un consiglio, però, questo permettimi di dartelo: il mondo del lavoro non è solo quello che si studia sui libri e la storia dei sindacati, tutti e nessuno escluso, può testimoniartelo.

ora dammni il mignioletto che facciamo pace [SM=x245559]
30/03/2006 16:43
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Ti concedo quello che vuoi(anche se l' età non è sempre sinonimo di esperienza e di giudizi sensati),so benissimo inoltre che un conto è quello della didattica ed un conto è quello della pratica, ma permettimi di aggiungere che non tutti i lavoratori la pensano come te. Comunque pace fatta [SM=x245584]e polemica chiusa.
10/04/2006 13:38
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Chirac fa marcia indietro sul Cpe Sarà «sostituito da un dispositivo per favorire l'inserimento professionale dei giovani in difficoltà nel mondo del lavoro»

PARIGI - Il presidente francese, Jacques Chirac, ha annunciato oggi che la legge sul Contratto di primo impiego, il cosiddetto (Cpe) contro cui si sono mobilitate le piazze del Paese, sarà «sostituito da un dispositivo per favorire l'inserimento professionale dei giovani in difficoltà nel mondo del lavoro». Chirac, ha ricevuto stamane il suo primo ministro, Dominique de Villepin, che a metà mattina dovrebbe annunciare come il governo intende muoversi per risolvere la crisi provocata dal Contratto di primo impiego (Cpe) e fermare le proteste che scuotono la Francia.
Erano già stati decisi altri tre giorni di mobilitazione

Il primo ministro francese Dominique de Villepin ha confermato l’abbandono del Contratto primo impiego (Cpe) annunciato dal presidente Jacques Chirac. «Le condizioni necessarie di fiducia e di serenità non sussistono né da parte dei giovani, nè delle imprese per permettere l’applicazione del Contratto primo impiego», ha dichiarato de Villepin in un breve intervento. Il premier si è rammaricato di non esser stato «affatto compreso», sostenendo di aver voluto «agire con tempismo» contro la «drammatica situazione» della disoccupazione giovanile.
Villepin stamattina era rrivato al Palazzo dell'Eliseo alle 08:30 per incontrare Chirac; e successivamente a loro si sono aggiunti il «numero due del governo e il presidente dell'Ump, Nicolas Sarkozy, i leader parlamentari conservatori, Barnard Accoyer e Josselin de Rohan, oltre ai ministri del Lavoro e della Coesione sociale, Jean-Louis Borloo, e dell'Impiego, Gerard Larcher. Sono proprio questi ultimi che, la scorsa settimana, hanno tenuto i contatti con i leader dei sindacati e degli studenti che reclamano la revoca del Cpe e minacciano nuove mobilitazioni se l'annuncio atteso per oggi non li soddisferà.


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