Dovremmo sentirci indignati dalla 'truffa' supposta (aggettivo, non sostantivo)? Chi ha acquistato i libri di Leroy, forse, dovrebbe. Chi ha usufruito del prestito bibliotecario un po' meno. Chi non ha letto niente, giustamente, ha la coscienza a posto. Il punto, tuttavia, non è se Leroy esista o meno: potrebbe anche starsene ben nascosto a casa sua a fatturare miliardi, lasciando che un'attrice imparruccata gli presti corpo e voce in pubblico mentre i manager speculano sull'evento mediatico. La questione, ovviamente, riguarda il profitto. Ci sarà stato senz'altro qualcuno che ha comprato i libri di Leroy credendo che fossero autobiografici e si è sentito benefattore di una piccola vittima che scriveva per esorcizzare demoni interiori.
Non voglio scomodare la "Repubblica" di Platone e la sua critica dell'arte: voglio solo dire, tanto per citare Leroy stesso (o chi per lui), che illusoria è l'arte più di ogni altra cosa! Come nel quadro di Magritte, nella società attuale nulla è vero fino in fondo ... tutto è rappresentato fin troppo bene (sui puntini ognuno può mettere la congiunzione che vuole: e, o, ma, però, perché, finché,
et cetera et cetera perge perge).