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Nico

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2007 18:53
08/01/2007 18:53
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NICO, Bussando alle porte del buio



Si può acquistare anche online, qui:

http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=88-7226-938-5




da musicalnews.com:

Figura tra le più significative del rock alternativo al femminile, raccontata nell'agile volume di Gabriele Lunati. Nico solo costola dei Velvet Underground?

Prendete in mano l’agile volume “Nico – Bussando alle porte del buio” di Gabriele Lunati. Contemporaneamente accendete lo stereo e cercate di seguire la storia della vita della chanteuse anche attraverso la sua musica… Vi ritroverete nel tragico mondo di fragilità e solitudini di una delle più significative esponenti del rock underground al femminile.
Siamo spesso portati a pensare a Nico come costola dei Velvet Underground, interprete di qualcuno dei brani migliori dello storico album con la banana in copertina, forse i più attenti si ricordano della sua presenza eterea in una sequenza de “La dolce vita” di Fellini.

Sicuramente però pochi sanno che questa donna un po’angelo e un po’diavolo ebbe una consistente carriera da solista pubblicando dischi poetici intrisi di spiritualità decadente e pessimismo, che fu musa ispiratrice di svariati film di Philippe Garrel allora suo compagno, e che un Bob Dylan invaghito le regalò il bellissimo pezzo “I’ll Keep it With Mine”.

Che si conosca poco di un’artista che sfuggì fin da subito a rotocalchi e a facili classificazioni non ci stupisce: in principio modella, poi cantante, attrice e anche madre, Nico si aggirò sempre silenziosa e sfuggente in un mondo dove sembrò essersi ritrovata persino un po’per caso. Dalla natia Colonia a Berlino, dove mosse i primi passi come fotomodella, quindi a Parigi, Roma e Londra per approdare negli anni ’60 a New York, fu proprio a quei tempi che Nico entrò a far parte dell’éntourage di Andy Warhol, allora punto di riferimento della cultura underground nella Grande Mela.
Gabriele Lunati si sofferma su un periodo particolarmente ricco di incontri fecondi tra i pittoreschi personaggi che ruotavano intorno alla Factory warholiana, il più celebre e celebrato dei quali fu proprio quello tra Nico e i Velvet Underground. Warhol stesso rilascia una dichiarazione, riportata nel libro, che riassume in poche parole ciò che fu un felicissimo connubio che portò alla creazione di un capolavoro, uno di quei rari album su cui è lecito chiedersi quali strade avrebbe intrapreso il rock qualora non fosse mai stato pubblicato: “La voce di Nico, i testi, le sonorità create dai Velvet erano, messi insieme, totalmente magici”.
Molto interessanti sono le parti relative alla Nico meno conosciuta, quella degli album solisti, difficili da etichettare in qualsivoglia categoria, generalmente accomunati da un senso di angoscioso abbandono che la sua voce cupa e le sue liriche profondamente notturne trasmettono. Tra le sue composizioni più personali e toccanti figura il brano “Ari’s Song”, scritto per Aaron, suo unico figlio, avuto da Alain Delon, che tra l’altro non riconoscerà mai la propria paternità.
La vita di Nico proseguì sui binari della solitudine e dell’eroina: nonostante l’intensa storia d’amore vissuta col regista francese Philippe Garrel e l’attività live che la tenne impegnata, Nico era avviata verso un declino inarrestabile, avvertibile anche nei testi delle sue canzoni, sempre più cupi e senza speranza: “l’alta marea sta risucchiando ogni cosa”.
Nel libro viene riportata integralmente un’intervista concessa da Nico ad un giornalista durante il tour australiano dell’86, in cui dalle poche parole emerge la stima che nutriva nei confronti del suo “fratello di sangue” e maestro di scrittura Jim Morrison.
Due anni dopo, all’età di 50 anni, Nico morì a Ibiza, dove viveva in quel periodo, in seguito ad una caduta dalla bicicletta, circostanza quanto meno bizzarra che lascia interdetti e forse anche un po’perplessi. Così come la sua vita, anche la sua morte fu misteriosa e sopra le righe.
Se, anche da neofiti, volete leggere un libro su Nico, che abbracci avvenimenti privati e aspetti artistici della sua vita e che riesca a mantenerne l’equilibrio, se volete avvicinarvi alla poesia maledetta delle sue liriche, troverete nell’opera di Gabriele Lunati l’occasione giusta.

[Modificato da -Vertigo- 08/01/2007 18.54]

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