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LENNON - 25 ANNI DOPO

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2005 15:27
08/12/2005 20:18
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Una nuova ondata di ricordi ed emozioni. I fans pronti a invadere ancora una volta Central Park a New York. Yoko, Paul, Cynthia, Julian, Sean e gli altri protagonisti e comparse del dramma
ancora una volta sotto i riflettori, mentre Mark Chapman racconta in tv perché sparò. A 25 anni dalla notte che cambiò la storia della musica, l'omicidio di John Lennon torna a riproporre i suoi interrogativi e a farsi interrogare sulle proprie conseguenze.
Nel fine settimana, gli americani hanno potuto ascoltare in tv la voce del killer di Lennon che in carcere spiegava il suo gesto: la rete NBC ha ottenuto ore e ore di registrazioni fatte da Chapman e ne ha presentata una sintesi. "Niente avrebbe potuto fermarmi quella sera, mi sentivo come un treno lanciato in corsa che niente può bloccare", ha raccontato l'assassino. L'eco dei colpi di pistola di Chapman tornerà a farsi sentire la sera dell'8 dicembre, quando il popolo di John e dei Beatles darà vita all'ennesimo maxi-raduno a Strawberry Fields, il giardino all'interno di Central Park creato a due passi dal marciapiede dove Lennon fu assassinato. L'America è già immersa nel clima da commemorazione, con il settimanale Newsweek che è tornato a scandagliare le emozioni delle donne di John, Yoko Ono e l'ex moglie Cynthia.
"Questo è ormai quasi un dramma shakespeariano", ha detto Yoko, parlando dell'eredità di Lennon e dei 25 anni di ricordi, incomprensioni e litigi che hanno seguito la sua morte. "Ognuno di noi ha qualcosa per cui sentirsi totalmente infelice riguardo al modo in cui è stato inserito in questo dramma. Ho un'enorme solidarietà per tutti, veramente". Compreso Paul McCartney, l'altra faccia dei Beatles, che con la Ono ha sempre avuto un rapporto burrascoso. "La mia idea - ha detto la compagna del cantante scomparso - è che probabilmente è molto difficile essere Paul McCartney. C'é un certo tipo di insicurezza che hanno le persone famose e lui ne ha più di altre persone, probabilmente perché è più famoso". Newsweek è andato ad analizzare le ferite che ancora sanguinano 25 anni dopo l'omicidio. E ne ha trovate molte. Tra queste, i ricordi di come Cynthia Lennon si sentì tagliata
fuori dai funerali e il braccio di ferro a distanza con il quale due musicisti, Sean e Julian Lennon (i figli avuti da John uno con Yoko e l'altro con Cynthia), si battono l'uno contro l'altro ed entrambi contro il peso del cognome che portano. Il trentenne Sean e il quarantaduenne Julian non hanno più presentato un album da quando, sette anni fa, si trovarono a lanciare le loro opere prime lo stesso giorno, accusandosi a vicenda di aver cercato di rubare la scena. Entrambe le mamme hanno detto a
Newsweek che i figli sono "al lavoro", ma non si sa quando produrranno di nuovo qualcosa.
Come era avvenuto per il 10mo e il 20mo anniversario, anche la commemorazione del quarto di secolo dall'assassinio è già diventata sui media americani l'occasione per tornare a ricostruire il film di quella sera di inizio dicembre a Manhattan. John e Yoko stavano tornando a casa, nel loro
appartamento al Dakota Building, l'edificio in stile gotico sul West Side di Central Park dove la vedova vive ancora oggi. Lennon aveva compiuto 40 anni da un mese ed aveva appena
finito di incidere il primo album in cinque anni. Tornando dallo studio di registrazione, Lennon scese dalla limousine e si avviò verso l'ingresso del Dakota, impaziente di vedere il figlio Sean, 5 anni.
Chapman, che nei nastri appena proposti dalla Nbc torna a raccontare la sua misteriosa infatuazione per 'Il giovane Holden' di J.D.Salinger e l'ispirazione che avrebbe trovato nel romanzo, si avvicinò al suo idolo, lo chiamò per nome e gli sparò. Lennon si trascinò annaspando sulla porta del palazzo,
lasciandosi dietro una scia di sangue e mormorando: "Mi hanno sparato". Il portiere corse all'esterno, vide il killer gettare l'arma e gli gridò: "Lo sai cosa hai fatto? Hai appena sparato a John Lennon".
Mark Chapman lo sapeva benissimo, era in agguato da ore proprio per questo, per rispondere a una voce interiore - ha raccontato - che continuava a dirgli 'Fallo, fallo!'. La preparazione di quel gesto era stata lunga, nella sua mente malata. Un giorno, seduto a gambe incrociate sul tappeto di
casa, Chapman prese l'album dei Beatles 'Sgt Pepper', aprì davanti a sé 'Il giovane Holden' e a quel punto qualcosa scattò in lui: "Ricordo di essermi detto: 'E se lo uccidessi?'. Ricordo di aver pensato che forse avrei trovato la mia identità nell'uccisione di John Lennon".
09/12/2005 15:20
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Chissà che direzione avrebbe preso la musica se Lennon non fosse morto.
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Jack Douglas: “I Beatles erano pronti a tornare insieme”
Clamorosa rivelazione quella fatta dal produttore Jack Douglas in un’intervista rilasciata al quotidiano The Times. Douglas, premiato nel 1982 con un Grammy per la produzione dell’album di John Lennon “Double Fantasy”, ha raccontato al quotidiano britannico che McCartney e Lennon, poco prima che quest’ultimo venisse assassinato, stavano lavorando in gran segreto a una possibile reunion dei Beatles in occasione di un nuovo album di Ringo Starr. “John e Paul”, rivela Douglas, “avevano in programma di suonare nel disco che Ringo stava preparando, ma George Harrison non era ancora stato chiamato a far parte del progetto”. “George”, ha raccontato il produttore, “era in cattivi rapporti con John perché nella sua autobiografia non lo aveva citato come John avrebbe voluto ma credo che la cosa si sarebbe risolta non appena il progetto avesse mosso i primi passi”. Nell’intervista, Jack Douglas non ha mancato di citare Yoko Ono, affermando che la compagna di Lennon “non era felice riguardo a quella reunion, arrivando persino a sabotarla cancellando l’appuntamento per alcune session di composizione”. Le rivelazioni di Douglas darebbero ulteriore credito alla notizia secondo cui, nel 1978, Lennon aveva firmato un contratto di 6 milioni di sterline con la Cbs che includeva una clausola che lo obbligava a incidere un nuovo album con i Beatles. (Fonti: La Repubblica, Corriere della Sera)

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Scritto da: Emanuele Brunetto 09/12/2005 15.25
Clamorosa rivelazione quella fatta dal produttore Jack Douglas in un’intervista rilasciata al quotidiano The Times. Douglas, premiato nel 1982 con un Grammy per la produzione dell’album di John Lennon “Double Fantasy”, ha raccontato al quotidiano britannico che McCartney e Lennon, poco prima che quest’ultimo venisse assassinato, stavano lavorando in gran segreto a una possibile reunion dei Beatles in occasione di un nuovo album di Ringo Starr. “John e Paul”, rivela Douglas, “avevano in programma di suonare nel disco che Ringo stava preparando, ma George Harrison non era ancora stato chiamato a far parte del progetto”. “George”, ha raccontato il produttore, “era in cattivi rapporti con John perché nella sua autobiografia non lo aveva citato come John avrebbe voluto ma credo che la cosa si sarebbe risolta non appena il progetto avesse mosso i primi passi”. Nell’intervista, Jack Douglas non ha mancato di citare Yoko Ono, affermando che la compagna di Lennon “non era felice riguardo a quella reunion, arrivando persino a sabotarla cancellando l’appuntamento per alcune session di composizione”. Le rivelazioni di Douglas darebbero ulteriore credito alla notizia secondo cui, nel 1978, Lennon aveva firmato un contratto di 6 milioni di sterline con la Cbs che includeva una clausola che lo obbligava a incidere un nuovo album con i Beatles. (Fonti: La Repubblica, Corriere della Sera)

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non ne ha fatto danno quell'idiota di YokoOno....
10/12/2005 15:27
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Le donne nel bene e nel male....
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