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Biennale di Venezia - aggiornamenti

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2005 11:31
03/09/2005 02:57
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una serie di notizie utili
03/09/2005 02:58
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Kitano
'Takeshis'' potrebbere essere il film della svolta di Takeshi Kitano, il vulcanico e ironico regista giapponese approdato 'a sorpresa' con questo lavoro nella selezione ufficiale della 62ma Mostra Internazionale e dunque in corsa per il Leone d'oro. Un film sul tema del doppio, che sembra a metà tra 'Stardust Memories' di Allen e '8 e 1/2' di Fellini, che Kitano confessa sì di ammirare "ma senza mai averlo capito veramente"."Forse il mio cervello non ci arriva - dice in conferenza stampa - come mi succede con quelli di Godard".

In 'Takeshis' c'é un Kitano diviso in due. Nel doppio ruolo di Beat Takeshi, sfigato attore con capelli biondi pieno di sogni ad occhi aperti e in quello più vicino a se stesso di star di successo che gira (questo non è vero) in Rolls Royce. Insomma una sua autobiografia attraverso una girandola di immagini dove yakuza veri, aspiranti attori, affrontano con timidezza i provini (lo fanno meglio i bravi ragazzi), dove tutti sparano contro tutti e tutto e questo per prendere in giro se stesso come il mondo della fiction e i suoi falsi miti che l'attore-regista frequenta da anni.

"Inizialmente volevo fare un unico personaggio che entra in diversi ruoli, poi ho cambiato idea e ho pensato di maneggiare questi due personaggi come due marionette. Forse qualche spettatore può essere irritato per questo e altri invece no". Comunque il film, ha spiegato Kitano in una conferenza stampa nel segno dell'ironia, "può essere considerato come la parte finale, l'ultimo atto delle decine di film che ho fatto fino a oggi. Dal prossimo film, chissà, potrei cambiare qualcosa. Ad esempio, io che non sono bravo a parlare di donne, potrei lavorare su di loro anche se sempre in modo comico". Spiega invece che le molte scene di yakuza che si trovano nel suo film sono lì "perché è divertente prendere in giro le cose che ci fanno paura. E' come stuzzicare un leone con un bastoncino". L'uso delle pistole? "Una pistola è più immediata delle spade. Si va diretti allo scopo e c'é più divertimento".

Nel film anche un Beat Takeshi che chiede in un ristorante in perfetto italiano "spaghetti alla napoletana", ma non è un omaggio a Napoli:"perché - dice un meravigliato Kitano - anche noi diciamo lo stesso".

E sull'onda lunga del cinema orientale in Occidente, non ultima la rassegna al Lido 'La storia segreta del cinema asiatico:''noi non lo consideriamo un genere - spiega - è una cosa che si fa sola all'estero". Infine, alle mille domande sul vero significato di Takeshis' una replica alla Kitano:"non pensate troppo: è solo un film".

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03/09/2005 03:08
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Boato alla Sala Grande per "Brokeback Mountain"
03-09-2005 - 00:57


Alla fine della proiezione del film in concorso "Brokeback Mountain" di Ang Lee il pubblico ha premiato l'opera con un lungo e sentito applauso tanto da far commuovere la Pretty Princess Anne Hathaway, mentre Jake Gyllenhaal e Heath Ledger si sono lasciati trasportare in un abbraccio.


www.filmup.com
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Clooney in pole-position

Parte in quarta la 62ª Mostra del Cinema di Venezia all'insegna di King George. La
seconda opera da regista di Clooney, Goodbye and Good Luck, ha conquistato pubblico
e critica al Lido. Il film su un giornalista Usa in lotta contro il maccartismo si
candida quale serio candidato al Leone d¿oro: impegno e divismo - questa la lezione
di Clooney - possono coesistere. Da un quasi neofita in regia a Manoel de Oliveira,
che dietro la macchina da presa ha passato una vita: anche il suo Specchio magico
potrebbe riflettere l'animale più ambito del Festival. Ma non è solo Concorso: gli
Orizzonti si illuminano con La vida secreta de las palabras.


www.cinematografo.it
03/09/2005 14:40
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“Four Brothers”, di John Singleton (Fuori concorso)
Quello di Singleton è un film pieno di rabbia, esplosivo e al tempo stesso di entrare nel “privato” dei protagonisti, dove le geometrie sono totalmente impazzite, con una colonna sonora trascinante e che si trasforma, nella potenza con cui filma la rabbia e la velocità, in una specie di western metropolitano.


Sembra abbastanza curioso che due film proiettati a Venezia nella stessa giornata come Symphathy for Lady Vengeance del coreano Park Chan-wook e Four Brothers di John Singleton sono accomunati dall’utilizzo degli spazi innevati e dal tema della vendetta, segno di una strana continuità dello sguardo nel moltiplicarsi e nella frammentazione di Venezia 62. E quello di Singleton è un film pieno di rabbia, esplosivo e al tempo stesso di entrare nel “privato” dei protagonisti, dove le geometrie sono totalmente impazzite. Ambientato a Detroit, il film vede protagonisti quattro fratelli che si riuniscono dopo che la madre adottiva è stata uccisa durante una rapina a mano armata. I fratelli Mercer, Bobby (Mark Whalberg) che è da poco uscito di galera), il donnaiolo Angel (Trese Gibson che aveva già lavorato con Singleton in Baby Boy), l’imprenditore fallito Jeremiah (André Benjamin) e il patito di hard rock Jack (Garrett Hedlund) decidono di vendicarsi ricercando sia i killer sia i loro mandanti. Sui luoghi della vendetta Four Brothers e anche sui luoghi del ghetto che aveva già caratterizzato Boyz’n the Hood. La scrittura robusta di David Elliott e Paul Lovett entra nel cuore del rapporto tra i quattro fratelli: il loro riavvicinamento al funerale della madre adottiva con squarci alla Kasdan di Il grande freddo, il loro legame evidente nelle scene della patita di hockey e nella cena per la Festa del Ringraziamento, i loro scontri nel momento in cui Jeremiah viene accusato di essersi intascato del denaro dell’assicurazione della madre. Quindi Four Brothers è autentico film familiare, di un’intimità autentica e sconvolgente come Baby Boy ma anche cinema di strada, che filma la velocità nelle scene d’azione alla stessa maniera di 2Fast 2Furious e Shaft, che entra nei luoghi della polizia corrotta e nella gerarchia delle gang criminali ed è un accumulo progressivo di emozioni anche grazie alla colonna sonora che comprende brani di Jackson 5, Marvin Gaye e Kayne West. Ma Four Brothers è soprattutto un western metropolitano. Il film infatti, tranne lo spazio di Detroit, contiene a livello narrativo e a livello di costruzione visiva, tutte le forme del genere. E il western riemerge nell’immagine della camminata dei quattro fratelli e soprattutto in quel fantastico finale, dove Mark Walberg appare in quella distesa innevata che è come lo spazio del deserto, con Bobby che emerge dalla nebbia. Come un cavaliere della valle solitaria risorto, come un eroe malinconico senza terra, alla ricerca di quella pace per se e per la sua famiglia che fino a quel momento gli è stata negata. Ed è proprio in questi spazi vuoti, in queste dilatazioni che Four Brothers diventa anche puro cinema visionario, con la madre che prima appare ai Jeremiah, Angel e Jack durante la cena del Ringraziamento e nel finale a Bobby, è proprio in questi spazi vuoti, in queste dilatazioni che si materializza il miracolo.

www.sentieriselvaggi.it
04/09/2005 17:18
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VENEZIA, BATTIATO: BEETHOVEN GENIO, DEI FISCHI NON MI IMPORTA
A N S A

VENEZIA - "Doveva essere per forza Beethoven, il più moderno nel linguaggio e il più contemporaneo nel pensiero". Franco Battiato non ha dubbi, se doveva scegliere un musicista come protagonista della sua seconda prova di regista, quello doveva essere il maestro tedesco. "Ci sono stati fischi, risate? - commenta - Non mi importa, siamo ad un festival, non si deve piacere per forza a tutti. Io credo nel pubblico d'elite nonostante poi la mia musica abbia conosciuto il grande pubblico".

Con il regista Alejandro Jodorowsky nei panni di Beethoven, Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni in quelli di due autori televisivi che regrediscono nel passato ritrovandosi nei panni di due contemporanei del musicista, 'Musikanten', presentato nella sezione Orizzonti, è un atto d'amore nei confronti di "un genio, che abbiamo raccontato - dice - utilizzando il suo stesso epistolario", ma anche un grido di allarme che nasce da una preoccupazione reale.

Ritornata nel presente dopo il suo viaggio psichedelico, Marta (Bergamasco) scopre che un colpo di stato globale ha coinvolto tutte le democrazie."Sono uno che viaggia e viaggiando vedo i canali stranieri - ha detto Battiato - qui in Italia c'é servilismo e occultamento dell'informazione, ma andando all'estero si nota subito che ci sono camicie nere ovunque, pronte ad entrare in azione. Siamo alle prove generali".

"Beethoven è stato un genio per la musica come Da Vinci per la pittura, Einstein per la scienza e Witgenstein per la filosofia - ha detto Jodorovsky, regista di film visionari come 'Il topo' e 'La montagna sacra' - Non tutto il mondo è come Bush, esistono degli artisti, dei geni che devono essere raccontati. Il film di Battiato è un viaggio psichedelico che richiede uno sforzo allo spettatore, ma ben venga perché il cinema degli "uomini ragno" e dei "quattro fantastici" è infantile e personalmente mi fa orrore".

Prodotto da L'Ottava, casa di produzione del regista, e da Rai Cinema, il film è ancora in attesa di distribuzione.

TIEPIDI APPLAUSI ALLA PRIMA STAMPA DI ZANUSSI
Tiepidi applausi alla prima stampa del film del regista polacco Krzysztof Zanussi, PERSONA NON GRATA, in corsa per il Leone d'oro e che sarà distribuito in Italia dall'Istituto Luce che ha anche coproduttore insieme a Polonia e Russia. Problemi tecnici a inizio proiezione. La pellicola, in lingua polacca, aveva infatti una doppia sottotitolazione in inglese mentre mancava quella annunciata italiana. Dopo alcune proteste la proiezione è stata interrotta ed è ripresa, dopo circa 15 minuti, con l'arrivo della pellicola con la doppia sottotitolazione: inglese e italiano.

CASANOVA BAGNATO, PIOGGIA SULLA FESTA PER IL FILM
Nel vortice mondano che fa da corollario della Mostra, vittima illustre della pioggia, ieri sera a Palazzo Ducale, la megafesta per il "Casanova" di Hallstromm. Ben annunciavano le carnevalesche piramidi umane e la mongolfiera - inattesa trovata del film - che attendevano gli invitati all'ingresso del palazzo, così come lo scenografico allestimento preparato con un lavoro di settimane all'interno. Ma la pioggia non ha avuto pietà, costringendo i circa 700 ospiti a riparare, insieme ai tavoli imbanditi con cura e coperti di tovaglie color oro settecentesco, sotto i portici del cortile. Cruccio peggiore, la mancata performance della torta che avrebbe dovuto essere sollevata da piccole mongolfiere, grazie a un ingegnoso marchingegno. A onorare la festa tra i vip, un generoso Jeremy Jrons che non ha temuto di bagnarsi e così anche il resto del cast del film insieme ai registi Spike Lee e Terry Gilliam oltre ad Alba Parietti e Barbara Bouchet. Successo assicurato comunque all'evento: Casanova bagnato - si sussurrava tra i tavoli - Casanova fortunato.

TRA MITO E INVENZIONE IL CASANOVA INNAMORATO
Hanno letto tutto il possibile sul vero Casanova. Poi hanno messo da parte i libri, e si sono messi a fare il film. E' nato così, racconta il regista Lasse Hallstrom, il "Casanova" prodotto dalla Disney e che passa stasera fuori concorso alla Mostra.

"Ma se ci siamo concessi molte libertà - aggiunge il regista di 'Chocolat' e 'Le regole della casa del sidro' - abbiamo rispettato il periodo nelle ambientazioni d'epoca a Venezia, e soprattutto abbiamo mantenuto una qualità del vero Casanova: la capacità di comprendere nell'intimo le donne".

Ma se questo permette al giovane Casanova di Heath Ledger di vivere ogni conquista, per quanto fuggevole, come un intenso atto d'amore, l'imprevisto nasce quando gli si mette sulla strada una donna bella e di grande intelligenza (Sienna Miller), orgogliosa paladina dell'emancipazione e soprattutto poco propensa a rispondere alle sue galanterie.

Un imprevisto che trasforma Casanova al punto da spingerlo non solo ad offrire la propria vita per lei, ma addirittura a svestirsi della sua precedente identità per diventare un devoto e fedele innamorato. Anche se questo non gli impedirà, grazie ad uno dei tanti colpi di scena a sorpresa di questa avventurosa commedia romantica, di salvaguardare ancora per molti anni, nella sua Venezia, la fama di grande seduttore.

Heath Ledger - uno dei principali protagonisti di questa Mostra, visto che qui intepreta anche 'Brokeback Mountain' di Ang Lee e 'I fratelli Grimm' di Terry Gilliam - non esita a gigioneggiare sul suo personaggio. "Io dò molta importanza all' amore come fa Casanova, che si innamora veramente - risponde in conferenza stampa -, diversamente da Don Giovanni che invece poi si prende gioco delle sue conquiste".

Certo è che il film è per lui una dura prova anche nel fare onore a Casanova come abile spadaccino, astuto simulatore e atletico autore di rocambolesche fughe, spesso al limite della verosimiglianza. Come nel caso del movimentato inseguimento tra carrozze e cavalli in piazza San Marco, quando Casanova e Francesca sfuggono avventurosamente al patibolo sul quale, con proprio grande soddisfazione, l'inquisitore Pucci (Jeremy Irons) era riuscito a mettere entrambi.

"Mi è piaciuta questa parte di uomo tanto altero - osserva Irons, di cui è ancora fresco il ricordo come Antonio, al fianco di Al Pacino, nel 'Mercante di Venezia di Michael Radford -, che poi finisce per sgonfiarsi come un palloncino''. Orgogliosa invece, Sienna Miller, di essere la bella ma soprattutto intelligente Francesca, femminista ante litteram, come la definisce. Lena Olin riesce splendidamente nel suo personaggio di matura ma ancora intatta bellezza, a fianco di un Oliver Platt che sposa senza esitazione gli aspetti grotteschi di Paprizzio, per trasformarlo poi in un alleato potente e leale di quello stesso Casanova che pur lo aveva ingannato.

Doveroso segnalare infine un aspetto un po' comico del film in lingua originale: i nomi italiani pronunciati senza ritegno con pieno accento anglosassone. Quattro mesi di riprese in laguna non sono evidentemente serviti, agli attori, come un metaforico bagno in Arno.

A N S A
05/09/2005 13:22
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tutti pazzi per o.bloom

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VENEZIA - Dicono i teenagers, che sono i suoi fans più scatenati, che l'autografo di Orlando Bloom sia quello che oggi vale di più (quando lo rivendono). Fatto sta che per avvicinare il protagonista di 'Elizabethtown', noto per aver indossato i panni dell'elfo guerriero Legolas in 'Il signore degli anelli -La compagnia dell'anellò, alla fine della conferenza stampa (alla quale accedono solo i giornalisti) nella calca è stata persino rovesciata una sedia a rotelle, fortunatamente senza gravi danni per il ragazzo che vi era seduto.

Alla passerella, subito prima della proiezione in sala grande di 'Elizabethtown, Bloom, il solito codino ed un abito nero su camicia scura, e' stato star indiscussa e si è prestato, avvicinandosi alle transenne per firmare autografi. Addirittura, dopo essere entrato in sala per la proiezione, ne è riuscito per tornare a firmarne altri, come, con un cenno, aveva promesso ai suoi fans.

LA FAVOLA DI GILLIAM, FANTASY, HORROR E HUMOR
I rami nodosi di grandi alberi che, come braccia mostruose, ti afferrano, l'ululato del lupo che si avvicina, la vocina nella notte che chiama e il bimbo che come un sonnambulo la segue fino a perdersi, l'ombra nera di un omone che compare all'improvviso e, ancora, i corvi feroci, gli insetti brulicanti...é infinito il campionario delle paure ancestrali, tenute vive dalle fiabe e poi dal cinema, che Terry Gilliam, visionario regista di 'Brazil', mette in scena in 'I fratelli Grimm e l'incantevole stregà, kolossal di fantasia, avventura, amore, horror e humor, in concorso a Venezia 62.

"Se si sopravvive alle fiabe, si è preparati ad affrontare il mondo reale", sostiene Gilliam e nel suo film da 80 milioni di dollari, cast stellare, per girare il quale è stato costruito dal nulla un villaggio di 25 edifici e trapiantata in studio un'intera foresta di 700 alberi, succede proprio così: per salvare la bella, addormentata da un sortilegio, occorre conoscere il finale della fiaba, sapere che serve il bacio di un principe. Come per sconfiggere la strega malvagia è necessario rompere lo specchio.

Così sarà, alla fine, Jacob (Heath Ledger), il fratello sognatore che crede alle favole, a salvare tutti, anche il cinico Will (Matt Damon) che sulla credulità popolare ha messo in piedi il business. I fratelli Grimm, nella realtà storica eminenti germanisti e patrioti che volevano dare al popolo tedesco l'orgoglio delle proprie tradizioni popolari, sono nel film di Gilliam, infatti, due simpatici truffatori che attraversano il paese facendosi pagare per sconfiggere streghe e draghi che loro stessi costruiscono ed animano. Una sorta di artigiani degli effetti speciali 'ante litteram'. Non da meno sono le elaborate ma alla fine inefficaci macchine da tortura di Cavaldi (Peter Stormare), boia di Parma al servizio del governatore imposto dall'esercito francese sulla Germania, il Generale Delatombe (Jonathan Pryce). Siamo infatti all'indomani dell'invasione napoleonica e - volendo - un'altra chiave di lettura della saga dei fratelli Grimm può essere anche nello scontro tra la filosofia illuminista e lo stile di vita basato sul mito e le vecchie credenze.

Per gli amanti delle letture profonde, ancora, c'é la bellissima cacciatrice Angelika (Lena Headey) che, dice Gilliam, "può essere considerata la prima donna emancipata del suo villaggio", perciò tenuta a distanza, ritenuta 'maledetta'. "Nessuna prima di lei era andata via, a frequentare un'università in città".

"Mi piacciono i film che hanno dentro tante cose" conferma Gilliam, ma soprattutto "mi piace la fantasia, mi piacciono le favole, più di quelle dei Grimm quelle di Andersen, come 'I vestiti dell'imperatoré dove solo i bambini possono vedere le cose come sono davvero". Monica Bellucci, invece, dice di preferire Capuccetto Rosso, soprattutto per via del lupo, "così inquientate". E le è piaciuto fare la strega per Gilliam, anche essere invecchiata di 500 anni, con la pelle incartapecorita. "Purtroppo non ci arriverò mai a quell'età -afferma sorridendo soave-, mi piacerebbe, anche vecchia e brutta poter continuare a prendere il thé e chiacchierare con le amiche". E, mentre le star made in Usa continuano a ridacchiare tra loro e rispondere a monosillabi, la bella umbra, ex fotomodella, che risponde in inglese e francese, oltre che italiano, osserva: "la mia strega è anche per chi ha il mito dell'apparire, dell'immagine. Guardate cosa le donne sono disposte a farsi oggi per rimanere belle!".

Il film del visionario regista de 'La leggenda del Re Pescatore', per piacere al pubblico ha tutti gli ingredienti: c'é la forza fantastica delle favole che hanno cresciuto generazioni di bambini, effetti speciali ed una scenografia da kolossal, c'é l'horror che conquista il pubblico adolescente e persino un bel po' di humor. C'é un cast che va da Matt Damon a Heath Ledger (al Lido anche in 'Casanova' e 'Brokeback Mountain'), da Jonathan Pryce a Lena Headey, da Peter Stormare a Monica Bellucci. Per chi vuole trovare al cinema anche una morale, c'é l'amore e la forza dei sogni che vincono. E, come tutte in le favole che si rispettino, c'é ovviamente il lieto fine.

BATTIATO: BEETHOVEN GENIO, DEI FISCHI NON MI IMPORTA
"Doveva essere per forza Beethoven, il più moderno nel linguaggio e il più contemporaneo nel pensiero". Franco Battiato non ha dubbi, se doveva scegliere un musicista come protagonista della sua seconda prova di regista, quello doveva essere il maestro tedesco. "Ci sono stati fischi, risate? - commenta - Non mi importa, siamo ad un festival, non si deve piacere per forza a tutti. Io credo nel pubblico d'elite nonostante poi la mia musica abbia conosciuto il grande pubblico".

Con il regista Alejandro Jodorowsky nei panni di Beethoven, Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni in quelli di due autori televisivi che regrediscono nel passato ritrovandosi nei panni di due contemporanei del musicista, 'Musikanten', presentato nella sezione Orizzonti, è un atto d'amore nei confronti di "un genio, che abbiamo raccontato - dice - utilizzando il suo stesso epistolario", ma anche un grido di allarme che nasce da una preoccupazione reale.

Ritornata nel presente dopo il suo viaggio psichedelico, Marta (Bergamasco) scopre che un colpo di stato globale ha coinvolto tutte le democrazie."Sono uno che viaggia e viaggiando vedo i canali stranieri - ha detto Battiato - qui in Italia c'é servilismo e occultamento dell'informazione, ma andando all'estero si nota subito che ci sono camicie nere ovunque, pronte ad entrare in azione. Siamo alle prove generali".

"Beethoven è stato un genio per la musica come Da Vinci per la pittura, Einstein per la scienza e Witgenstein per la filosofia - ha detto Jodorovsky, regista di film visionari come 'Il topo' e 'La montagna sacra' - Non tutto il mondo è come Bush, esistono degli artisti, dei geni che devono essere raccontati. Il film di Battiato è un viaggio psichedelico che richiede uno sforzo allo spettatore, ma ben venga perché il cinema degli "uomini ragno" e dei "quattro fantastici" è infantile e personalmente mi fa orrore".

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Tiepidi applausi alla prima stampa del film del regista polacco Krzysztof Zanussi, PERSONA NON GRATA, in corsa per il Leone d'oro e che sarà distribuito in Italia dall'Istituto Luce che ha anche coproduttore insieme a Polonia e Russia. Problemi tecnici a inizio proiezione. La pellicola, in lingua polacca, aveva infatti una doppia sottotitolazione in inglese mentre mancava quella annunciata italiana. Dopo alcune proteste la proiezione è stata interrotta ed è ripresa, dopo circa 15 minuti, con l'arrivo della pellicola con la doppia sottotitolazione: inglese e italiano
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VENEZIA: APPLAUSI A SCENA APERTA PER IL FILM DELLA COMENCINI


VENEZIA - "La Bestia nel cuore" di Cristina Comencini, secondo film italiano a passare nel concorso di Venezia 62, è stato ripetutamente applaudito alla proiezione riservata alla stampa al PalaGalileo.

Il film, che tratta il difficile argomento della violenza sessuale di un padre sui suoi figli, riesce anche a far ridere il pubblico grazie ad alcuni passaggi, affidati alla Finocchiaro, di ironia. Passaggi che hanno suscitato risate ed applausi durante la proiezione.

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Premiati per l'impegno civile "Kukumi" e "Fuoco su di me"
Assegnato ai film "Kukumi" e "Fuoco su di me" il Premio Cinema per la Cultura del Dialogo, giunto alla sua seconda edizione e patrocinato dalla Regione Veneto in collaborazione con la Biennale. Il Premio intende sottolineare l'estrema importanza dei valori della tolleranza, della solidarietà e della pace che la migliore cinematografia mondiale dimostra di sentire e interpretare con impegno civile e con elevate qualità artistiche.
08/09/2005 17:15
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Non vorrei davvero guastare quest'oasi giornalistica, ma sono costretta a segnalare l'ovazione riservata dal Lido al film d'animazione (fuori concorso) di Tim Burton "The Corpse Bride"...[SM=x245566]
Act.
09/09/2005 02:48
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Scritto da: ActiasLuna 08/09/2005 17.15
Non vorrei davvero guastare quest'oasi giornalistica, ma sono costretta a segnalare l'ovazione riservata dal Lido al film d'animazione (fuori concorso) di Tim Burton "The Corpse Bride"...[SM=x245566]
Act.




a tal proposito ti riporto un'interessantissima intervista tratta dal sito www.sentieriselvaggi.it


VENEZIA 62 - “Quale festa preferisco tra Natale e Halloween ? Halloween è ovvio!”: incontro con Tim Burton e Helena Bonham Carter, co-regista e voce di “Corpse bride”. Andrea Ravagli

Un’altra fiaba nera, anzi nerissima nell’eterna lotta burtoniana tra vivi e morti, sempre nel solco della tradizionale stop-motion e di inserti musical che per stilizzazione fanno traballare quelli svaccatamente liberatori del Turturro di “Romance & cigarettes”


La sposa cadavere vive nel sottoterra boschivo di un villaggio dell’Europa del XIX e non aspetta altro che un impacciato come Victor giunga e le infili accidentalmente un anello nuziale al dito per coronare quel matrimonio fallito in superficie. Tratto da una fiaba popolare russa.



Mister Burton dopo Big Fish qual è stata la genesi di questo Corpse bride e di Charlie e la fabbrica di cioccolato?



Burton: Siamo qui per parlare di Corpse Bride e quindi le risponderò alla prima parte della domanda. Per realizzare questo lungo d’animazione in co-regia con Johnson sono occorsi circa 10 anni, praticamente lo stesso tempo impiegato per creare Nightmare Before Christmas. Il progetto mi fu presentato dalla Warner Bros e me ne innamorai subito, anche perché la stop-motion rimane il mio unico grande amore nel campo dell’animazione.



Signora Bonham Carter come mai le offrono sempre questi ruoli: scimmia, cadavere e così via? C’è per caso qualcosa di freudiano in tutto ciò?



Bonham Carter: Non so se per caso c’entri Freud, so soltanto che non mi dispiace affrontare questi ruoli inusuali. Si rivelano sempre panni nei quali mi trovo a mio agio. Non è interessante poi essere un essere umano nei film di Tim (Burton, Ndr)! Inoltre credo che molti attori abbiano la sfortuna di ricoprire ruoli molto peggiori.



Il film verrà distribuito nelle sale italiane in versione originale?



Burton: Mi ricordo che per Nightmare Before Christmas furono eseguiti doppiaggi in francese, tedesco, italiano e ognuno era di straordinario livello, ma qui le voci sono di grandi attori con cui ho già avuto la fortuna di lavorare e il risultato è veramente stupefacente quindi credo che, considerata la qualità in campo, lo distribuiremo in originale ovunque perché anche i migliori doppiatori al mondo avrebbero vita dura ad eguagliare questo risultato.



Cosa pensa delle potenzialità commerciali di Charlie e la fabbrica di cioccolato?



Burton: E’ una domanda che non dovrebbe rivolgere a me, non mi occupo di questi aspetti anche se ricordo che per Batman la lingua nera di un personaggio mi aveva suscitato il pensiero di un possibile sfruttamento commerciale della liquirizia (ride, Ndr).



Come ha funzionato la co-regia?



Burton: Il risultato penso parli da solo… Comunque se volete saperlo lui si è impegnato giorno per giorno, per tutto il lunghissimo periodo di lavorazione al quale accennavo all’inizio. Io, invece, ho seguito prevalentemente il processo di impasto per ottenere un insieme compiuto. Entrambi volevamo che il mondo dei vivi fosse più vicino a quello dei morti, come visualizzato nel trascinamento di Victor da parte della sposa cadavere. Un avvicinamento sia narrativo che visivo. Comunque, in poche parole, Mike (Johnson, Ndr) ha fatto quasi tutto il lavoro e io me ne sono preso il merito!

Cosa l’ha ispirata per l’uso del colore?



Burton: Innanzitutto le tonalità create da quell’immenso artigiano del cinema che era Mario Bava. I colori coi quali dava vita al regno dei morti rimangono, tuttora, stupefacenti, dotati di un tratto così personalmente espressionista. Risultato eccezionale se si pensa a quanto sia estremamente più complessa la gestione del colore rispetto al b/n nel cinema.



Ci parli un po’ anche dell’animazione in stop-motion che tanto l’affascina?



Burton: Il maestro in questa tecnica che per me rimane cruciale quando si vuol fare dell’animazione rimane Harryhausen, un grande genio e la mia prima ispirazione quando utilizzo questa tecnica. Tra l’altro l’ho pure incontrato a Londra, è venuto sul mio set e ha parlato con i nostri animatori, grandi artisti che riescono ad esprimere la forza molto semplice ma così potente della stop-motion.



Mister Burton le piace più Natale o Halloween?



Burton: Quale festa preferisco tra Natale e Halloween ? Halloween è ovvio! Non si vede dal mio cinema? Amo tutto ciò che è misterioso, indefinito, in trasformazione in quel cambio di stagione che è Halloween.



Il vestito preferito per festeggiarlo?



Burton: Faccia un po’ lei… io mi vesto tutto l’anno di nero!



L’idea dello splendido duetto pianistico-amoroso di Victor e della sposa cadavere è nato collaborando con l’autore delle musiche Danny Elfman?



Burton: Danny ha scritto lo spartito e dal solco musicale abbiamo creato l’animazione. Anche a me piace moltissimo quella scena, anche perché rispecchia quel rallentamento di carattere riflessivo rispetto all’animazione odierna col quale abbiamo deciso di connotare il film.



Cosa pensa del Leone d’oro a Miyazaki?



Burton: Negli Usa ormai gira voce che l’animazione sia morta col sopravanzare del digitale, ma un maestro di quella levatura dimostra il contrario. Finché c’è gente così l’animazione non morirà mai!



Secondo lei Corpse bride è adatto anche ai più piccoli?



Burton: Tutti dicono, come per Nightmare Before Christmas, che i miei universi sono troppo dark, ma ho incontrato tantissimi bambini che l’adoravano e anch’io del resto da piccolo guardavo al cinema e in tv storie spaventose ma stimolanti


http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?idarticolo=11725&idsezione=146


09/09/2005 10:52
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VENEZIA - A due giorni della serata finale tutto parla in favore di GOOD NIGHT, GOOD LUCK. Impensabile credere che il film di George Clooney dedicato ad un giornalismo coraggioso che oggi fa sognare, non possa portarsi a casa qualche Leone (miglior film, gran premio della regia o anche la Coppa Volpi per il miglior attore a David Strathairn nel ruolo di Murray). Cosi' il film, molto amato sia dai critici che dal pubblico (cosa rara) e preferito persino da Croff, potrebbe sfatare una leggenda veneziana: quella che vuole che non vinca mai il superfavorito.

A contendersi il Leone nei pronostici, quando mancano ancora due film in concorso (LA SECONDA NOTTE DI NOZZE di Pupi Avati e THE COSTANT GARDNER di Fernando Meirelles), la delicata storia gay raccontata da Ang Lee in BROKEBACK MOUNTAIN. Un film coraggioso che potrebbe anche aggiudicarsi la Coppa Volpi per la bella interpretazione di Heat Ledger nel ruolo del cow boy innamorato (protagonista anche in Casanova e I fratelli Grimm).

E ancora in lizza, il lirico ricordo del Maggio francese di LES AMANTS REGULIERS di Philippe Garrel e la storia di ribellione femminile in una coppia anaffettiva che e' GABRIELLE di Patrice Chereau.

Sul fronte Italia (a parte Avati), potrebbe vincere il film di Cristina Comencini LA BESTIA NEL CUORE, molto applaudito stamani alla prima proiezione stampa. Un premio al film piu' che agli attori, perche', le pur belle interpretazioni di Vittoria Mezzogiorno e di Luigi Lo Cascio (ha gia' una Coppa Volpi), sono state come oscurate da quella magistrale di Angela Finocchiaro (peccato che a Venezia non ci sia un premio, come a Cannes, per gli attori non protagonisti).

L'italia pero' potrebbe procacciarsi una meritata Coppa Volpi grazie a Margherita Buy per la sua interpretazione della moglie tradita e lasciata nel film di Faenza I GIORNI DELL'ABBANDONO. Ma la Buy, va detto, ha contro un avversario anche troppo extra-large, una star che porta il nome di Susan Sarandon interprete del film-musical di John Turturro: ROMANCE & CIGARETTES.

Il caso di MARY di Abel Ferrara e' tutto a parte. Amato da molta critica, sufficientemente scandaloso e problematico per i temi religiosi toccati, ha avuto oltre che la stima il riconoscimento di italianita' dallo stesso Muller:''si puo' considerare un film italiano a tutti gli effetti''. Di produzione quasi totalmente nostrana potrebbe cosi' essere l'occasione di dare un premio, anche meritato, da mettere in quota al nostro paese.

Cosi', tranne un premio al coreano LADY VENDETTA di Park Chan-wook (ultima parte della trilogia, ma piu' debole dello straordinario OLD BOY) questa 62ma edizione del festival nel segno del cinema orientale potrebbe vedere proprio l'Asia a bocca asciutta.

Infine, attenti a VERS LE SUD. Il turismo sessuale al femminile raccontato da Laurent Cantet. Un film che ha molto intrigato il gentil sesso al Lido, e che ha a suo favore il fatto che questa edizione del Festival ha una giuria sessualmente democratica: tre uomini e tre donne.


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10/09/2005 14:39
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A me ispira il film di Ang Lee e quello di Park Chan-wook di cui ho visto la conferenza stampa
Ovviamwente vedrò prima o poi il film di Burton che apprezzo molto per partito preso e pure la Fabbrica di Cioccolato...
sarò un po' [SM=x245574] in questa seria cartella di news?
10/09/2005 18:49
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ancora non è iniziata la premiazione ma hanno richiamato Ang Lee, George Clooney e l'attore di Good Luck etc (non mi viene il nome) e la Mezzogiorno

[Modificato da lauracio 10/09/2005 18.59]

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Premi conferiti
[SM=g27960] Come volevasi confermare...

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Leone d'Oro per il miglior film: Brokeback Mountain - Ang Lee

Leone d'Argento per la miglior regia: Philippe Garrel - Les amants réguliers

Premio Speciale della Giuria: Abel Ferrara - Mary

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: David Strathairn - Good Night And Good Luck di George Clooney

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Giovanna Mezzogiorno [SM=x245571] - La bestia nel cuore di Cristina Comencini

Leone Speciale per l'insieme dell'opera: Isabelle Huppert

Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice emergente: Ménothy Cesar - Vers le Sud (Heading South) di Laurent Cantet

Osella per il miglior contributo tecnico: William Lubtchansky, direttore della fotografia Les amants réguliers di Philippe Garrel

Osella per la migliore sceneggiatura: George Clooney - Good Night And Good Luck

Premio Luigi De Laurentis - Opera prima: 13 (Tzameti) di Gela Babluani

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Venezia, il trionfo di Ang Lee



Critica e publico erano una volta tanto d'accordo: a Venezia avrebbe vinto George Clooney con il suo Good Night, And Good Luck. E invece il Leone d'Oro per il miglior film è andato a Brokeback Mountain di Ang Lee, storia dell'amore fra due cowboy abituati alle lunghe solitudini delle transumanze e dei pascoli estivi. Il film è tratto da Gente del Wyoming, un breve romanzo di E. Annie Proulx che Baldini Castoldi Dalai editore sta per pubblicare in una nuova edizione. Dopo l'anteprima in esclusiva web di Cinderella Man, il libro da cui Ron Howard ha tratto l'omonimo film presentato alla Mostra, delcinema.it offre ai suoi lettori un'altra anticipazione: un estratto di Gente del Wyoming. «Dopo i miei ultimi due lavori - ha detto il regista di origine taiwanese - volevo fare un film più piccolo che mi commuovesse. E credo che il pubblico ne trarrà l'impressione che, prima che una storia che ha per protagonista dei gay, questa è una storia d'amore».

Clooney si è dovuto accontentare di alcuni premi minori: la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile andata a David Strathairn e l'Osella per la miglior sceneggiatura, opera dello stesso Clooney e di Grant Heslov. Il Leone d'Argento per la miglior regia è andato a Les amants reguliers di Phillippe Garrel, che si è aggiudicato anche un'Osella per il miglior contributo tecnico grazie alla fotografia di William Lubtchansky. Premio speciale della giuria a Mary di Abel Ferrara, mentre il Premio Marcello Mastroianni per giovani attori emergenti è andato a Menothy Cesar, interprete di Vers le sud di Laurent Cantet. Quasi a bocca asciutta il cinema italiano, fatta eccezione per la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, andato a Giovanna Mezzogiorno per La bestia nel cuore di Cristina Comencini. E dopo il Leone d'Oro alla carriera consegnato a Stefania Sandrelli durante la cerimonia finale, un'altra grande attrice, Isabelle Huppert, ha ricevuto un Leone Speciale «per il suo straordinario contributo dato al cinema». Nessuna polemica, una volta tanto, su torti veri o presunti ricevuti da questo o quel film. E ora la parola al pubblico, il giurato più importante. (12 settembre 2005)


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