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ELEZIONI SINDACO A CATANIA

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2005 20:18
24/08/2005 20:18
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DA "IL CORRIERE DELLA SERA"
Il governo assegna a Catania 18 milioni di euro l’anno Decreto salva-Scapagnini con l’8 per mille Così il Comune potrà pagare i ballerini di Rio e i librai
ROMA - I ballerini brasiliani saranno felici. I librai di Catania pure. Come il loro sindaco, del resto. Sicuro che le casse dissestate del Comune assalito dai creditori sarebbero state presto rimpinguate dal governo. Il provvedimento «quasi» ad hoc atteso da Umberto Scapagnini, il sindaco di Forza Italia che è anche medico personale del premier, Silvio Berlusconi, è infatti puntualmente arrivato. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale con la data del 18 agosto e quindi già in vigore. Confermandosi assai ben mirato perché Catania si rivela l’unica città ad avere alla lettera tutti i requisiti per usufruire dei 18 milioni di euro l’anno a partire dal 2005 messi a disposizione del governo per il sostegno dell’occupazione.

OTTO PER MILLE - Librai e ballerini brasiliani saranno dunque pagati. Per l’esattezza con una parte dei fondi dell’8 per mille destinati dai cittadini alla gestione diretta dello Stato. La copertura dei 18 milioni di euro viene infatti assicurata in parte con soldi prima accantonati dal governo per le esigenze del ministero degli Affari Esteri, in parte con la riserva destinata all’Orientamento e la modernizzazione del settore agricolo e per il resto (ovvero per 10 milioni di euro a partire dal 2006) proprio dall’8 per mille dell’Irpef di competenza dello Stato. Un gruzzoletto di circa 140 milioni di euro l’anno (il 13% dell’8 per mille complessivo, gran parte del quale va alla Chiesa cattolica) al quale nonostante i vincoli di destinazione, perché i fondi dovrebbero finanziare interventi di interesse sociale o a carattere umanitario, il governo è sempre più spesso costretto a ricorrere. Prima per le esigenze più disparate dei conti pubblici, con la Finanziaria del 2004 che svincolava 80 milioni di euro l’anno della quota statale. Oggi, intaccando anche la quota residua per gli interventi sociali e umanitari, per risolvere le grane del Comune etneo. E solo di quello, non di altri.

TAGLIATO SU MISURA - Un intervento molto ben centrato, si diceva. Il decreto che reca «Disposizioni urgenti in materia di infrastrutture» in vigore dal 19 agosto, prevede infatti all’articolo 4 misure per l’incremento dei livelli occupazionali offrendo un premio di 18 milioni di euro l’anno ai Comuni che «dal primo luglio 2004 alla presente data abbiano avviato con esito positivo iniziative per la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro con i lavoratori socialmente utili». La misura riguarda solo i Comuni della zona Obiettivo Uno (che copre quasi tutto il Mezzogiorno) con più di 300 mila abitanti, escludendo quelli che abbiano goduto in passato di «benefici analoghi». Cioè la sola Catania, visto che nel Sud di città con oltre 300 mila abitanti oltre Catania ci sono solo Napoli, Palermo e Bari. Tagliate fuori dalla partita perché, come spiegava il sindaco Scapagnini anticipando il decreto, «Napoli e Palermo hanno già avuto benefici analoghi, visto che ogni anno in Finanziaria ricevono soldi per i lavoratori socialmente utili e i disoccupati organizzati», mentre Bari «non si è occupata di questa problematica».

E PERCHE’ NON CATANIA? - Aveva voglia il rivale Enzo Bianco a ricordare a Scapagnini che il decreto era stato modificato e l’aiuto atteso era stato cancellato in Parlamento. L’unica cosa su cui Scapagnini si sbagliava veramente era l’entità dei fondi messi a disposizione dallo Stato: diciotto milioni di euro l’anno, quasi la metà del plafond atteso dal sindaco, pari a 38 milioni di euro. Apprezzerà comunque lo sforzo del governo. «E’ ovvio che una seria politica del rigore sulla quale questo governo è impegnato escluderebbe misure ad hoc . Non si dovrebbero fare, ma è altrettanto vero che ci sono già stati interventi a favore di Napoli e Palermo e, con l’ultima Finanziaria, anche per i forestali della Calabria. Se c’è il problema di stabilizzare l’occupazione precaria non vedo perché bisognerebbe escludere Catania» commenta Giuseppe Vegas, vice ministro dell’Economia, anch’egli di Forza Italia.
Mario Sensini
21 agosto 2005

[Modificato da Askani 24/08/2005 20.19]

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