La finestra di fronte

A me la storia è sembrata abbatanza verosimile: a ciascuno il suo rimpianto, a ciascuno il suo viaggio interiore, a ciascuno la sua fragilità. Ozpetek non risparmia nessuno, etero o gay, giovani o meno giovani, uomini o donne (attenzione alla congiunzione: niente di "mariadefilippico", per carità), abbiamo tutti qualcosa per cui valga la pena voltarsi indietro. E nel film ogni ombra dà l'idea di essere studiata per creare questa sensazione.
Non c'è lieto fine, Giovanna decide di correre giù per le scale giusto in tempo per vederlo andare via...ed è quella la vita che voleva?
Ma poi, come fa il cinema ad essere verità? Perchè deve esserlo a tutti i costi?