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cosa significa oggi, essere di sinistra?

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2005 10:58
22/02/2005 00:39
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E' da diverso tempo che me lo chiedo, esiste ancora una ideologia di sinistra? Certo mi si risponderà facilmente che le ideologie sono ormai finite da decenni e che,questo è vero, neppure a destra ci sia gran che in quanto ad ideologia in senso storico.
Tuttavia se da un lato c'e'un lungo pensiero liberale che che nasce nell'ottocento e arriva attraverso le relative trasformazini storiche ai giorni d'oggi,ricordando che il liberalismo non si è mai autodefinito idealista (in senso hegeliano per intenderci), dall'altro, dicevo, c'e' una sorta di smarrimento tra grotteschi nostalgici del comunismo, la dove la storia non ci ha consegnato un comunismo marxista ma semplicemente un sovietismo stalinista, e un guazzabuglio di persone totalmente differenti e indifferenti tra loro che si definisce di sinistra per via negativa, ovvero solo perche' non è di destra.


Questa riflessione mi è stata offerta da alcuni spunti di cronaca politica di alcuni paesi esteri.

Tutti ricordiamo l'ostentata ammirazione della sinistra italiana per un certo Tony Blair, ammirazione svanita se non degenerata a causa delle troppo scomode amicizie americane.

Solo l'anno scorso Prodi, Fassino e co. esaltati per la svolta zapaterista della spagna del berlusconiano aznar, indicarono proprio in Zapatero "il nuovo faro della sinistra europea" testuali parole, dove per faro si indica un qualcosa da seguire, ed emulare. Ora il caso ha voluto che proprio qualche giorno fa il signor Zapatero permettesse a un gruppo editoriale a lui vicino di trasmettere in chiaro altri canali, prima criptati, oltre alle tre reti gia' esistenti, il tutto realizzato attraverso una legge ad hoc.
Il direttore di telecinco, che fa capo al gruppo mediaset, ha ovviamente protestato a Zapatero di utilizzare la legge secondo le proprie esigenze. Il premier ha risposto:" quell'italiano che vive nel nostro paese, dovrebbe parlare con piu' moderazione...."
ai limiti della xenofobia insomma...

ora mi chiedo, è sempre il faro Zapatero? se sì, non vedo perchè continuare a rinfacciare a berlusconi di avere 3 reti piu' 2 e mezzo, se no, perche' nessuno prende le distanze "scomunicando" il faro Zapatero??


altro evento... i no global e sempre una parte della sinistra italiana esultarono difronte alla vittoria di Lula in Brasile, visto come l'uomo che avrebbe portato sviluppo uniforme per un paese assai dissestato.

eppure Questo Lula fornisce il petrolio e il proprio appoggio politico a un certo Chaves, che da dittatore di sinistra qual è, non ha esitato a sparare sulla folla che manifestavano contro le sue elezioni farsa, non solo. Lula è lo stesso che sta riuscendo nell'opera dove altri fallirono: dare il colpo di grazia alla foresta amazzonica per costruire autostrade gasdotti ect...

eppure nessuno in Italia si è permesso di dire niente.

ora mi chiedo, essere di sinistra, cosa significa? avere delle idee chiare, o essere contro chi ha idee diverse dalle tue?

perchè i no global scendono in piazza appena Bush dice mezza parola, e invece vanno a festeggiare a Porto Allegre chi sta distruggendo l'ultimo polmone del mondo???
22/02/2005 08:39
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I no global non fanno testo, quelli sono contro tutto e tutti (quello che fa comodo a loro si intende) ma se poi gli chiedi di motivare le loro posizioni ascolta le risposte che ti danno e fatti una risata. Si dicono a favore dei più deboli salvo poi sfasciare (non tutti è chiaro) il negozio del povero cristo di turno che magari sopravvive con quella attività, vedi G8. Appena Bush apre bocca tutti in piazza, per le porcate di Castro o la guerra balcanica nessuno ha mosso un dito. Perchè se con un gruppo di amici saccheggio un supermercato è furto e se lo fanno i no global trattasi di "esproprio proletario"? Mi spiegate in base a quale principio? Ma se al proprietario gli giravano le balle e li prendeva a randellate in galera non ci andava forse lui?
Per le ideologie, sia di dx che di sx, si sono ridotte a semplici mode da seguire.
22/02/2005 18:27
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Comunque rispondendo al quesito in primis essere contro il Berlusca
22/02/2005 20:40
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Non credo...
c'è gente di destra a cui Berlusconi sta sulle palle....., magari non sono FI, ma di AN sicuro.....
23/02/2005 08:31
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Sicuro, ma per la sinistra è uno dei fattori di maggiore unione.
E poi secondo me Forza Italia non si può definire una forza di destra, dato che è un immenso calderone in cui sono confluiti ex democristiani, comunisti, socialisti. Più centro che destra
23/02/2005 09:51
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Re:

Scritto da: giuseppe faraci 22/02/2005 18.27
Comunque rispondendo al quesito in primis essere contro il Berlusca



quoto
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Scritto da: giuseppe faraci 22/02/2005 18.27
Comunque rispondendo al quesito in primis essere contro il Berlusca



quoto anche io, mi sembra l'unica e sacrosanta verità, sono ossessionati da quell'omino...
27/02/2005 03:07
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tra domenica e lunedi vorrei rispondere a questo post. per adesso UP
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Scritto da: giuseppe faraci 22/02/2005 18.27
Comunque rispondendo al quesito in primis essere contro il Berlusca



credo che Rik Reed volesse fare un discorso più ampio , non solo incentrati negli ultimi 3 anni del nostro paese.

per quanto riguarda il brasile e la foresta amozzonica ci sarebbe tanto o forse troppo da parlare.
il brasile come tantissimi paesi in via di sviluppo (india , sud africa , cina , Russia , ed in generale tutti i paesi del sudamerica ) è in una posizione difficilissima. è un paese che gode di risorse enormi e non sfruttate (qunaotmeno non sfruttate a dovere!). allora nasce una domanda di fondamentale importanza:
"è giusto che i paesi in via di sviluppo si trovino con "le mani legate" per colpa degli errori fatti dai paesi + sviluppati (vedi tutto l'occidente)? oltreutto "errori" che sono studi ben precisi , altro che errori!

sarò più chiaro.
...parlando del patto di Kyoto (finalmente approvato!) ...saprete che oltre agli stati uniti (che hanno dimostrato tutta la loro arretratezza culturale) i paesi oppositori erano proprio i paesi in via di sviluppo, i quali prima hanno visto espandere l'economia e il benessere degli altri paesi ...e ora si vedono "bloccato" il loro sviluppo sempre a causa di quei paesi che non sono + in grado di rimediare (sia economicamente sia socialmente ) a tutti gli errori commessi nella loro fase di sviluppo (vedi l'inquinamento delle acque , dell'aria , della vegetazione e tutto quello che ne consegue in costi e malessere per la società).

non credo che gli altri paesi possano imporre al brasile di non disboscare la foresta amazzonica . questo è un dazio che va pagato da tutti (soprattutto occidentali)! non si puo bloccare un economia (e non parlo dei soldi in banca o delle azioni delle multinazionali...parlo dei vantaggi che arriverebbero in un paese distrutto dalla povertà!) perchè noi non siamo stati in grado di svilupparci in modo adeguato(il famoso sviluppo sostenibile) pur sapendo perfettamente gli effetti delle nostre politiche di "sviluppo"..

perchè i paesi non sviluppati dovrebbero pagare i danni fatti da altri paesi , aggravando sempre di + la loro condizione di dipendenza da questi ?

fino a quando tutti i paesi del mondo (e ribadisco ancora , soprattutto quelli occidentali) non ammetteranno i loro errori e non inizieranno a pagare o quantomeno a provare a ridurre i danni provocati dal loro "sviluppo"....questi stessi paesi saranno i meno leggittimati a chiedere ad un paese come il brasile (che versa in gravi condizioni socio-economiche) di arrestare il proprio sviluppo (giusto o sbagliato che sia!)
01/03/2005 00:38
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Credo caro indefference, che anche la tua risposta sia evasiva, perchè la riflessione partiva su cosa si intenda oggi essere di sinistra, un problema ideogico insomma, non volevo affrontare i problemi del Basile.
Sinceramente non mi trovo d'accordo col tuo punto di vista, se in passato si è sbagliato, non ci autorizza a continuare a farlo. Bisognerà ammettere poi,ad onor del vero, che lo sviluppo industriale è iniziato nel '700, e si è presa una consapevolezza scientifica della problematica ecologistica solo dopo la seconda guerra mondiale, avvero quando il treno dell'industrializzazione era ormai ben lanciato e non si poteva e non si poteva più fermare.
Non mi trovo d'accordo nemmeno su un altro punto, quello sul fatto che "nessuno fa niente per cambiare le cose, non vedo perche' lo devono fare loro," è lo stesso procedimento logico usato sulla discussione iran-siria, errato. Innanzi tutto non è vero perchè se oggi il patto di Kyoto c'e' vuol dire che qualcosa si sta muovendo, non da adesso ma da decenni. In secondo luogo, il fatto che gli stati uniti siano convinti di vivere in un altro pianeta e non lo ratifichino non autorizza nessuno (moralmente s'intende) a fare lo stesso, è l'elementare discorso "se uno si butta la finestre questo vuol dire che è giusto che lo faccia anche tu?",
Ma non solo, seguendo questa linea di principio non capisco che senso abbia il partito dei verdi, e la loro apparteneza al movimento di sinistra. MI spiego meglio, da sempre la sinistra italiana e non si e' fatta portatrice di istanze ecologiste, ora, se in nome dello sviluppo i governatori di sinistra fanno a meno di questa fondamentale caratterizzazione ideologica, cosa fanno di diverso da qualsiasi altro governo conservatore o non di sinistra? che bisogno aveva la gente allora a votare quel governo piuttosto che un altro?e ancora, perchè la gente(di sinistra) si lamenta se una cosa la fa un conservatore, e la giustifica se la fa uno di sinistra? torniamo al punto di partenza: COSA SIGNIFICA, QUINDI, ESSERE DI SINISTRA? CI SONO DEGLI IDEALI? O SI STA Lì SOLO PERCHE' SI è CONTRO QUELLI CHE LA PENSANO IN MANIERA DIFFERENTE DALLA TUA?

Inoltre ritengo che proprio gli errori e i problemi che gia' si mostrano sul nostro pianeta ci spingano, non solo a non autorizzarne altri, ma ci diano quella autorevolezza e consapevolezza di non permettere che altri lo ripetano. Vi puo' sembrare catastrofico e allarmistico ma continuando così il mondo finisce come un deserto molto prima di quanto pensiate!!

ma vi prego, torniamo alla domanda iniziale, ALLA LUCE DI QUESTI FATTI E QUESTE RISPOSTE, MI CHIEDO SEMPRE PIU', COSA SIGNIFICA ESSERE DI SINISRA?
01/03/2005 12:59
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per quanto riguarda il brasile...concordo con quello che hai detto...nel senso che prima o poi il problema ambientale dovrà essere affrontato seriamente da qualcuno ..e il brasile con le risorse che si ritrova sembra esere uno dei primi indiziati. quello che volevo dire e che non è giusto che paghi solo il brasile (con il "blocco del proprio sviluppo", se così si puo definire).
Per intenderci ...servirebbero delle politiche di sviluppo in qualche modo vantaggiose per il brasile , il quale sostiene l'onore della conservazione della foresta (detto in modo molto banale e poco preciso).
in poche parole l'onore deve essere ripartito tra tutti i paesi , e non solo sul brasile!

per quanto riguarda la sinistra italiana...non credo che sia priva di idee..credo solo che sia priva di uomini politici.
gli ideali della sinistra sono quegli di sempre. di contro,in un momento come questo dove al governo salgono solo coalizioni per lo più "centriste" ..non credo che tra un governo di centrodestra e uno di centrosinistra c possano essere tante differenze (parlando di obbiettivi!) ...ma credo che le differenze risaltino nel ragiungimento di questi.
sarebbe banale che io ti dicessi che gli ideali della sinistra sono , per esempio, la ridistribuzione del reddito, maggiore assistenza e previdenza , riforma delle pensioni...e così via! questi sono problemi che nel 2005 chiunque sia al governo non puo ignorare al di la dei propri ideali.
Allo stesso modo un governo di sinistra non potrebbe ignorare la crescita economica del paese attraverso il problema industrialie italino , i problemi di concorrenza delle mprese italiane con quelle straniere , la disoccupazione e le relatice riforme sul lavoro.

Rik capisco il tuo discorso , ma guardando a sinistra e a destra ..vedo quasi le stesse cose. Tu hai parlato del "liberalismo" come se in qualche modo appartenesse alla destra ..ma credo tu abbia torto.
se alle prossime elezioni dovesse vincere il C.S non pensare che faranno uno stato centralizzato o un piano quinquennale..

siamo in un periodo , fortunatamente, in cui le forze politiche non devono affermarsi "conquistando" il paese come avveniva nel passato . ormai il modello democratico mi sembra abbastanza forte da escludere(o quasi) ogni cambiamento drastico ..quindi ora serve solo un po di concretezza e volontà nel risolvere i problemi ..problemi uguali per tutti centro destra e centro sinistra !

non mi piace tanto parlare di ideali nel 2005.
01/03/2005 15:38
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Caro Riccardo (parte prima)
Caro Riccardo

Come promesso rispondo alla tua domanda dal sapore vaschiano (“voglio trovare un senso….”)

Avrei facilmente compreso la tua difficoltà nel comprendere il “senso” nel 2005 di un partito e soprattutto del termine “comunista”. Ne sarebbe derivata una simpatica “colluttazione” storico/comparativa sul significato e sulle caratteristiche dell’ormai defunto PCI cosi come dei “recenti” RC e CI. Invece no, vai filosoficamente oltre e ti (ci) domandi “che cosa significa essere di sinistra…”

Risposta sintetica, scorretta e da piano bar: non lo capirai mai vista la tua posizione lontana anni luce da quel pianeta [SM=x245566] chiamato Sinistra…..

Scherzi a parte

Procediamo con calma: tu da quale modello politico parti? Da quale fase e momento di un certo essere di sinistra? Anni ’50, ’60, ’70 e ’80, quand’è che la sinistra era vera sinistra, quand’è che la sinistra si avvicinava al modello giusto e corretto (ammesso che per te esista una finestra temporale dai simili connotati)? Chi non soddisfa le peculiarità dell’habitus gli elettori o gli eletti (risponderai entrambi)? La sinistra è cambiata, modificata e ti concedo anche una parola forte “snaturata” nel corso dell’ultimo decennio (sviluppo inevitabile dopo la caduta del muro) ma certi valori, seppur palesemente “intellettuali” sono rimasti tali se non nei rappresentanti quanto meno nella gente comune, nel popolo. Percepisco la diffidenza (condivisibile) nei confronti di quanti ostentano simboli e bandiere per puro gusto modaiolo e che puntualmente se ne escono con frasi fatte (“sei fascista” et similia) dinanzi a tutti coloro che la pensano diversamente…. È quella la sinistra????

La tua caro Riccardo è una domanda che non troverà mai una risposta, solo fiumi di parole a sostegno di quello o di quest’altro (per te non ha senso neppure il partito dei verdi), è un monito soggettivo che trova la replica principalmente, come dimostrato in questo ambito, di tutti coloro che la pensano (politicamente) come te.

Permettimi di riformulare la tua domanda: Quante persone si professano a vanvera di sinistra? Tante amico mio, tantissime, e chi lo fa presente non può che avere ragione.

PS: è solo la prima parte della mia risposta, la seconda più tardi o nei prossimi giorni (Blair, No Global, Brasile e il resto….)
01/03/2005 15:41
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Rik qual è la corrente politica a te vicina, la destra???
02/03/2005 02:32
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Re: ***

Scritto da: indifference 01/03/2005 12.59
!

per quanto riguarda la sinistra italiana...non credo che sia priva di idee..credo solo che sia priva di uomini politici.
gli ideali della sinistra sono quegli di sempre. di contro,in un momento come questo dove al governo salgono solo coalizioni per lo più "centriste" ..non credo che tra un governo di centrodestra e uno di centrosinistra c possano essere tante differenze (parlando di obbiettivi!) ...ma credo che le differenze risaltino nel ragiungimento di questi.
sarebbe banale che io ti dicessi che gli ideali della sinistra sono , per esempio, la ridistribuzione del reddito, maggiore assistenza e previdenza , riforma delle pensioni...e così via! questi sono problemi che nel 2005 chiunque sia al governo non puo ignorare al di la dei propri ideali.




.




Gli ideali li fanno gli uomini, non sono delle entità astratte che vivono in una vita oggettiva loro, il nazismo è morto perchè non ci sono più i nazisti, così se non ci sono uomini che rapprensentano gli ideali di sinistra, cosa significa essere di sinistra? non si discute su quali siano gli ideali,che storicamente ci consegna il pensiero di sinistra, ma su quale sia quel movimento che pragmaticamente una volta al governo rappresenta tali ideali, perche' se una volta al governo ci si comporta come un qualunque governo liberista o se preferisci new conservatory visto che anche voi vi siete scoperti liberali, non vedo quale sia la differenza tra gli uni e gli altri.
02/03/2005 02:41
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Re: Caro Riccardo (parte prima)

Scritto da: Prof V 01/03/2005 15.38
per te non ha senso neppure il partito dei verdi




Hai capito male, ritengo l'ecologia una questione di sopravvivenza, io ponevo un paradosso, ovvero se l'ecologia(leggi verdi)sono patrimonio della cultura progressista, ma questa, appena raggiunge il potere nn viene presa in considerazione, che ci sta a fare? cosa cambia allora se si disbosca l'amazzonia in nome del progresso rosso o blu o nero? che motivo c'e' che lo facciano i rossi se lo sanno fare benisimo i gialli i blu i neri e i violetti??
02/03/2005 02:41
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Re: Caro Riccardo (parte prima)

Scritto da: Prof V 01/03/2005 15.38
per te non ha senso neppure il partito dei verdi




Hai capito male, ritengo l'ecologia una questione di sopravvivenza, io ponevo un paradosso, ovvero se l'ecologia(leggi verdi)sono patrimonio della cultura progressista, ma questa, appena raggiunge il potere nn viene presa in considerazione, che ci sta a fare? cosa cambia allora se si disbosca l'amazzonia in nome del progresso rosso o blu o nero? che motivo c'e' che lo facciano i rossi se lo sanno fare benisimo i gialli i blu i neri e i violetti??
02/03/2005 03:22
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In una cosa devo ammettere, sono d'accordo col prof, che purtroppo difficilmente su questo argomento si avra' una risposta chiara ed esaudiente.

Ne ero ben consapevole fin da principio, la mia infatti è stata solo una provocazione.

L'unica risposta sensata che speravo di ottenere, era quella di una chiara netta e ferma presa di distanza dall'operato di certi politici.

Consapevole che la perfezione non esiste, e che le magagne stanno da un lato come dall'altro, mi sarei accontentato di un severo criticismo prendendo le distanze da zapatero, da lula, e da quanti altri. Magari scomunicando come accennavo nel primo messaggio uno o tutti questi da me citati, quello che avrei voluto e' che cio' fosse stato fatto a tempo debito da un prodi o un fassino.

Si è tentato invece, di giustificare oltremodo comportamenti scorretti, forse per il terrore di sentirisi in contraddizione, forse per non voler ammettere uno sbaglio, non so.
Adesso mi si dira' che molti a sinistra criticano la sinistra ect..è vero, ma solo quando si deve fare chiacchere di potere, nei fatti pratici c'e' un omertoso silenzio della classe dirigente, e una inaccettabile ciecita' nel "popolo" di sinistra.

rispondendo ad aristocratico, si la mia formazione e' stata prevalentemente di destra, ma tuttavia questo governo devo dire si è impegnato parecchio per farmi cambiare idea, in primis l'appoggio per l'intervento in iraq che non condividero' mai.
Voterei volentieri a sinistra come protesta solo per questo atto, qualora ve ne fosse una.
Invece mi sa che lì ci sta gente (parlo della classe dirigente), che presa dalla foga della vituperazione dell'avversario non si preoccupa poi tanto del suo agire.

02/03/2005 09:50
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Scritto da: RikReed 02/03/2005 2.32


non si discute su quali siano gli ideali,che storicamente ci consegna il pensiero di sinistra, ma su quale sia quel movimento che pragmaticamente una volta al governo rappresenta tali ideali, perche' se una volta al governo ci si comporta come un qualunque governo liberista o se preferisci new conservatory visto che anche voi vi siete scoperti liberali, non vedo quale sia la differenza tra gli uni e gli altri.



Rik(o) ti faccio una domanda : secondo te se io chiedessi a qualsiasi uomo di destra e a qualsisasi uomo di sinistra di elencare i punti critici della politica italiana...credi che risponderebbero in modo differente ?

io credo semplicemetne...che i problemi siano quelli che vediamo e sentiamo (da anni e anni) tutti...al massimo le risposte dei politici potrebbero prevedere 2 scale di valori differenti, e quindi porre un problema prima o dopo rispetto ad un altro.

consapevole di non convincerti mai, ti saluto.[SM=g27960]
e quindi ribadisco che al momento (cioè in questo scenario politico) , secondo me, la differenza tra un governo ed un altro consisterebbe solo (o quasi!) nel modo di affrontare i problemi e di porre dei rimedi.



02/03/2005 11:11
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