'Paolo Borsellino', scritto dall'ex magistrato Giancarlo De Cataldo con Leonardo Fasoli e Mimmo Rafele e la collaborazione di Attilio Bolzoni e Gianluca Tavarelli, quest'ultimo anche regista, ripercorre in due puntate tutta la storia del magistrato siciliano a partire dalla svolta del 1980. Una storia che e' una lunga tragica sequenza di omicidi.
Prima puntata.
1980: Il giudice Paolo Borsellino (Giorgio Tirabassi) apprende dal giovane capitano dei carabinieri EMANUELE BASILE (Fulvio Pepe) che il commissario Giuliano era stato ucciso dalla mafia per aver scoperto il giro di soldi sporchi tra la Sicilia e l'America e l'imminente alleanza tra i Bagarella di Palermo e i Marchese di Corleone. Basile viene freddato a Monreale, dopo aver consegnato un dossier bomba sulle attivita' delle cosche mafiose, in particolare di quella emergente dei Corleonesi di Toto' Riina.
E' l'inizio del pool antimafia: ci sono dentro, oltre a Paolo Borsellino, i giudici ROCCO CHINNICI (Andrea Tidona), GIOVANNI FALCONE (Ennio Fantastichini), amico d'infanzia e coetaneo di Borsellino , i poliziotti NINNI CASSARA' (Ninni Bruschetta), BEPPE MONTANA (Santo Bellina). La sede e' uno scantinato segreto del Palazzo di Giustizia di Palermo. Le indagini portano ad un giro di droga acquistata in Turchia, alla connivenza delle banche cittadine nel riciclaggio del denaro,e soprattutto ad una serie di notabili della citta' collusi con la mafia. Il giudice Chinnici il 29 luglio 1983 muore in un attentato, insieme a due carabinieri. A sostituirlo e' ANTONINO CAPONNETTO (Pietro Biondi): e' lui a suggerire a Falcone di incontrare il capomafia palermitano Buscetta fuggito in Brasile. E' grazie alle rivelazioni di don Masino che il pool ottiene dalla Procura di istituire un maxiprocesso, il primo alla mafia intesa nel suo compesso.
Estate 1985: i commissari Montana e Cassara' vengono assassinati, Borsellino e Falcone con le rispettive famiglie vengono portati sull'isola dell'Asinara in Sardegna per continuare in sicurezza il lavoro dell'istruttoria. Il maxiprocesso, in un'aula bunker di Palermo, rinvia a giudizio 700 imputati. E' il 30 gennaio 1992.
Seconda puntata
Paolo Borsellino, divenuto procuratore a Marsala, indaga sulle attivita' mafiose della zona. Giovanni Falcone a Roma e' direttore degli affari penali. Dalle rivelazioni di un pentito, Borsellino scopre di essere nel mirino della mafia. Falcone ottiene la creazione della procura nazionale antimafia a cui viene candidato come possibile capo procuratore.
Telefona all'amico di sempre per comunicargli la notizia, da festeggiare nei giorni successivi con una mangiata di pesce in allegria. Ma il 24 maggio 1992 sulla strada che dall'aeroporto di Punta Raisi porta a Palermo, nei pressi di Capaci, Falcone con la moglie e la sua scorta muore in un attentato. Da quel giorno Borsellino sa di essere il prossimo a morire. Nei 57 giorni che gli restano reagisce buttandosi a capofitto nel lavoro, per non far perdere nulla delle preziose indagini sulla mafia fatte da Falcone.
Da voci di corridoio del Palazzo di Giustizia sa che un carico di tritolo e' arrivato per lui a Palermo. Tenta di congedare i cinque uomini della scorta, AGOSTINO CATALANO (Nino D'Agata), CLAUDIO TRAINA (Carmelo Galati), EMANUELA LOI, VINCENZO LIMULI, EDDIE WALTER COSINA, ma invano. Avverte la moglie AGNESE (Daniela Giordano) che ogni giorno puo' essere l'ultimo, e' ruvido con i figli MANFREDI (Elio Germano), LUCIA (Giulia Michelini), FIAMMETTA (Veronica D'Agostino) perche' sentano meno il distacco da lui. Sono gli ultimi giorni di calvario. Lavora notte e giorno, tiene fuori dalle indagini i suoi sostituti, come ANTONIO INGROIA (Claudio Gioe'). Poi, dopo una felice domenica al mare, va incontro alla morte in via Mariano D'Amelio domenica 19 luglio '92.