Stimabile Prof V,
la questione che devo sottoporre alla sua lucida e spietata analisi riguarda ancora una volta lo strano microcosmo della piccola-media-grande distribuzione. Mi rendo conto che la cosa le provoca un senso come di rigetto, e per questo ho esitato a lungo prima di esprimerla; e tuttavia è giunto il momento in cui non posso più privarmi del conforto di un'intelligenza superiore per venire a capo di questo annoso problema (sì, perché in effetti E' annoso... e qualunque sia la valuta corrente esso resta pervicacemente presente).
Le illustro la situazione, confidando di riuscire a limitarmi a poche, necessarie parole e al tempo di delineare in modo preciso la situazione.
Cassa del supermercato, o ipermercato, o superficie di vendita a libero servizio, come vi pare: il personale addetto alla registrazione elettronica degli acquisti (cassiera è TROPPO politically uncorrect...) termina il suo lavoro - e sorvoliamo sull'efficienza, che magari me la tengo per la prossima domanda - e annuncia il totale da pagare. Facciamo un esempio: 46.52 euro.
Ora: se io estraggo dal mio portafogli una carta da cinquanta, una moneta da 2 e due da 0.1 (ve lo faccio io il totale. Sono 52.02, resto 5.50: una carta da cinque, una moneta da 0.50) PERCHE' DIAVOLO LA MICROCEFALA MI DEVE CHIEDERE SE HO 6.52 ???
Voglio dire, il MIO massimo sforzo per ridurre al minimo il SUO sforzo mi pare di averlo fatto. Con siffatte richieste, essa cerca di mettere alla prova il mio quoziente intellettivo oppure mi sta mostrando l'assenza totale del suo?
Sempre in attesa di leggerla.