Estate 1978: il ritornello ipnotico di di “10:15 Saturday Night” , uno dei quattro brani presenti nel demo che i The Cure , giovane band locale di Crawley (Sussex), hanno inviato alle più importanti case discografiche del Regno Unito, cattura l’attenzione di Chris Parry, dirigente artistico della label Polydor, noto nell’ambiente per aver scoperto gruppi come i Jam e i The Banshees. Attratto dalla particolarità del loro sound, Parry decide di contattarli personalmente invitandoli a presentarsi, qualche settimana più tardi, presso gli uffici londinesi dell’etichetta, dove i The Cure firmeranno il loro “secondo” contratto con la neonata Fiction, una filiale della Polydor gestita dallo stesso Parry. La band, nata tra i banchi di scuola della “Notre Dame Middle School”, all’epoca, infatti, aveva da poco rescisso il contratto che la legava alla casa discografica tedesca Hansa, un contratto nato all’indomani di un concorso per nuovi talenti (“Wanne be a recording stars?”) che aveva visto trionfare gli allora “Easy Cure” insieme ad altri sette gruppi. La formazione originale era composta da: Peter O’Toole (voce), Laurence “Lol” Tolhurst (batteria), Paul “Porl” Thompson (chitarra), Micheal Dempsey (basso) e Robert Smith (chitarra). Quest’ultimo, deus ex machina dell’intero progetto, a partire dal giugno ’77 prese il posto alla voce del dimissionario O’Toole. Con le mille sterline anticipate dall’Hansa la band aveva acquistato l’equipaggiamento necessario per poter incidere i primi pezzi. Tra l’ottobre e il novembre del 1977 furono registrati due demo ma la casa discografica non sembrò affatto soddisfatta, anzi, pressò affinché la band realizzasse cover di vecchi successi rock. Nel marzo del 1978 l’Hansa si rifiutò di pubblicare come primo singolo il brano “Killing An Arab” , per paura che i rapporti con il mercato arabo si potessero compromettere. Smith non accettò l’ennesimo stop (il brano era ispirato al romanzo di Albert Camus “Lo Straniero” e tutto voleva essere tranne che un inno al razzismo) e consensualmente con l’etichetta rescisse il contratto. Ritornati al punto di partenza gli Easy Cure dovettero fare a meno della preziosa collaborazione del chitarrista Thompson che per ragioni artistiche aveva abbandonato la band, portandosi via (come vuole la tradizione) l’Easy del nome. Grazie all’interessamento di Ric Gallup, fratello del bassista Simon (futuro membro storico della band), i Cure registrarono un demo (quello che arrivò tra le mani di Parry) composto da quattro songs: Boys Don’t Cry , It’s Not You , 10.15 Saturday Night e Fire In Cairo . Dopo essere stati scritturati dalla Fiction, i Cure incominciano le lunghe sessioni di registrazione notturne nei Morgan Studios di Londra che si protrarranno fino al febbraio del 1979. Nel frattempo Parry fissa numerose tappe live per testare le qualità della band e soprattutto per farla conoscere al pubblico inglese. In alcune di queste occasioni, Robert Smith e compagni, si ritroveranno a dividere il palco con band di primo ordine come Wire, Generation X e Joy Division. Il 4 dicembre del 1978 vengono addirittura invitata a registrare una session live per il famoso programma radiofonico il John Peel Show; il 22 dicembre dello stesso anno i Cure pubblicano il loro primo singolo: “Killing An Arab” le cui prime 15000 copie vengono stampate dalla Small Wonder, alla quale subentra la Fiction che nel febbraio 1979 ristamperà il tutto.