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Troy

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2004 09:55
27/05/2004 15:49
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letta [SM=g27969]
29/05/2004 12:12
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così inguardabile da diventare un cult
no comment sul film, perchè Orlando Bloom sembra sempre Legolas? Ok, abbiamo capito che l'arco lo sa maneggiare bene, però...
29/05/2004 12:14
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ahahahahaha è vero, non ci avevo fatto caso... sarà che gli riesce cosi bene da proporlo in ogni film che gira...
[SM=g27964]
29/05/2004 20:30
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Quasi mi aspettavo che scoccasse la freccia diretta al tallone di Achille, scendendo dalle scale con uno scudo sotto ai piedi a mò di skateboard....[SM=g27968]
31/05/2004 17:24
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ERRORI EPICI....
Ieri sera ho visto il film, fatto bene, am è un'altra storia...
Ecco tutte le piccole cose che hanno sbagliato:
1)Patroclo non era cugino di Achille, bensì il suo pseudo amante;
2)Paride e Menelao combatterono, ma nessuno dei due morì in quel duello;
3)Ndostavano tutti gli dei che nel poema non facevano altro che intrufolarsi?
4)Achille viene trafitto dalla freccia PRIMA del cavallo di Troia, indi non prenderà parte alla presa di Troia;
5)Priamo muore per mano di Neottolemo, figlio di Achille;
6)Andromaca diviene schiava di Neottolemo, a cui darà 3 figli;
7)I figli di Priamo erano circa 50 e non solo 2!!!
8)Agamennone muore non appena tornato in patria ucciso dall'amante si sua moglie Clitennestra;
9)Menelao, si dice che non morì MAI, ma entrò da vivo nei Campi Elisi!!!
10)Astianatte, figlio di Ettore, muore gettato dalle mura di Troia;
11)Elena ritorna in patria con Menelao, che non la ucciderà;
12)Paride muore trafitto da una freccia avvelenata durante il nono anno di guerra;
13)Aiace non muore trafitto da Ettore, bensì suicida perchè le armi di Achille, dopo la sua morte, vennero date a Ulisse;
14)Briseide NON era cugina di Ettore;

Bhè...penso di aver detto tutto, se ricordo altro ve lo faccio sapere!!!

31/05/2004 23:16
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Ehilà, che analisi!

magari ne sapessi io così tanto...![SM=g27960]
03/06/2004 19:51
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Il film è certamente (molto) al di sotto di quelle che erano le mie aspettative ma non è poi così male. Peccato, potenzialmente poteva essere un grandissimo film[SM=g27971]
04/06/2004 19:52
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Recensione
Dopo decenni di spietata ostilità sembra finalmente sbocciata la pace fra Sparta e Troia: i nobili rappresentanti delle due città, per suggellare l'intesa raggiunta, brindano festosi al tavolo di Menelao, re di Sparta. Ma Paride, principe di Troia e fratello di Ettore, commette l'errore di invaghirsi della bellissima Elena, moglie di Menelao, e vistosi ricambiato la persuade a seguirlo nel suo viaggio di ritorno verso Troia. L'offesa è insostenibile per Menelao, che per vendicarsi chiede aiuto al fratello Agamennone, a sua volta allettato dall'idea di riuscire a conquistare finalmente Troia. Le mura della città sono tuttavia salde, nessuno è mai riuscito a scalfirle, specialmente da quando è il valoroso Ettore a proteggerle. Ma alla testa dell'esercito greco, questa volta vi è Achille...

Film epico. Vi è forse una definizione più calzante da associare a questa pellicola? In essa vi è tutto ciò che sarebbe lecito attendersi da "Troy", libera trasposizione della parola di Omero, corposa ma scevra da fastidiose ridondanze narrative: un aspetto, questo, che è sempre un bene sottolineare. Ma non è neppure un prodotto di particolare pregio, quest'ultima, costosissima creazione assemblata da Wolfgang Petersen. Al regista tedesco va sicuramente ascritto il merito di non aver voluto strafare, di non essersi impuntato in una dissennata rincorsa a trovate visive inutilmente vistose e di aver piuttosto provato a 'raccontare'; ma complessivamente non gli è riuscito di dotare questa pellicola di personalità, di un'anima propria, distintiva e distinguibile.
L'ideale classico che sublima le gesta eroiche in quanto destinate a riecheggiare nei secoli è alla base del personaggio di Achille, "il più grande guerriero mai esistito", e viene più volte sottolineato a chiare lettere, per bocca dei personaggi, sin dai primissimi minuti. Un concetto, questo, che continuerà a vivere entro i confini della storia quivi narrata, ma che probabilmente non trarrà ulteriore spinta dal medesimo supporto filmico. Perchè la sensazione è che l'eco di "Troy"non si propagherà nei decenni a venire.

Se l'impronta registica non è forte quanto il mito di Ettore e Achille, anche la sceneggiatura partorita da David Benioff non è ispirata, pur se complessivamente coesa. Il pur dotato screenwriter de "La 25a ora" si prende molte libertà rispetto al millenario testo di riferimento - come è giusto che sia quando la parola scritta si trasforma in immagine, la materia cartacea in celluloide - dedicandosi soprattutto alla coralità della vicenda, con il grande demerito, però, di non essere riuscito a dare corpo al personaggio di Ettore, interpretato da un Eric Bana ("Hulk") un pò troppo monocorde.
A dire il vero, è l'intero sistema di personaggi a soffrire di una sostanziale carenza di analiticità e viene alla lunga completamente oscurato dalla magnificenza di Achille, un character, quest'ultimo, al contrario perfettamente compiuto e ben sorretto dall'interpretazione di Brad Pitt. Si riscontrano alcuni dialoghi efficaci, disseminati soprattutto nella seconda porzione di film (che si lascia preferire a quella iniziale), ma anche troppe battute cinematograficamente logore, che coinvolgono sia gli accesi e frequenti scontri verbali, sia - soprattutto - le iniziali, fastidiose, effusioni amorose fra Paride ed Elena. Incostanti anche le musiche, buone nel finale ma troppo insistite nell'utilizzo della consueta e qui monotona voce liricheggiante, ormai un must per questa tipologia di film.

Valide, invece, le coreografie che supportano gli innumerevoli duelli, così come valido (anche se tecnicamente imperfetto) è il taglio registico fornito agli stessi da Petersen, specie quando si tratta di mostrare la valenza tecnica di Achille negli scontri fisici ravvicinati. In tale ottica, particolarmente apprezzabile da un punto di vista prettamente visivo il primo di questi, allorchè lo stesso Achille è chiamato a battersi con il corpulento guerriero rappresentante di quell'esercito tessalico che Agamennone intende piegare al proprio volere.

Neanche a dirlo, è il luccicante Achille il fulcro di questo film, e Brad Pitt ne è l'adeguato manifesto vivente. La riuscita del personaggio, unitamente al look quantomai accattivante dell'attore, coincidono con la parziale riuscita del film stesso, che memorabile non è ma che se non altro non lesina quel genere di intrattenimento che il pubblico si attende da pellicole di questo stampo. Anche se Ridley Scott è tutt'altra cosa...

Si dica che ho vissuto nell'era di Ettore, domatore di cavalli... si dica che ho vissuto nell'era di Achille!

Fabrizio Formenti - CineFile
04/06/2004 19:54
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grazie. hai letto la nostra?

TROY
05/06/2004 23:15
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grazie. hai letto la nostra?


Sì.
Personalmente ho odiato gli attori (tranne O'Toole e in parte Bana), non mi ha per nulla sorpreso il 'pisolino' di Petersen - che certo non era il regista giusto per un film simile ma devo dire che non mi sono rotto le scatole come temevo (in fondo è pur sempre un film che sfiora le tre ore...).
In realtà, le differenze col poema omerico non mi hanno infastidito più di tanto (anche perché: ve l'immaginate che baracconata sarebbe venuta fuori se ci fossero stati gli dei, nel film?), il problema è che si tratta proprio di un film piatto, che non emoziona proprio mai.
Uscendo dalla sala, però, ci chiedevamo con terrore: ma adesso gli studenti smetteranno di leggere l'Iliade perché tanto hanno già visto il film?
05/06/2004 23:52
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Condivido appieno le tue considerazioni, e aggiungo che forse in Italia siamo leggermente piu critici nei confronti di questo film rispetto ad altri paesi, dato che teoricamente abbiamo una cultura classica molto piu approfondita... forse mi sbaglio, ma non mi pare che in altri paesi sono state intavolate le discussioni etico-letterarie che sono nate qui in Italia.
06/06/2004 00:59
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forse mi sbaglio, ma non mi pare che in altri paesi sono state intavolate le discussioni etico-letterarie che sono nate qui in Italia.


Mi pare proprio di no, o per lo meno non nelle recensioni statunitensi che ho letto. E secondo me, qui esageriamo noi: il film nemmeno si chiama "Iliade", perché ci lamentiamo delle differenze? Sempre ammesso, poi, che sia assolutamente obbligatoria l'aderenza all'opera d'origine...
06/06/2004 01:46
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Re:

Scritto da: mad283 06/06/2004 0.59

forse mi sbaglio, ma non mi pare che in altri paesi sono state intavolate le discussioni etico-letterarie che sono nate qui in Italia.


Mi pare proprio di no, o per lo meno non nelle recensioni statunitensi che ho letto. E secondo me, qui esageriamo noi: il film nemmeno si chiama "Iliade", perché ci lamentiamo delle differenze? Sempre ammesso, poi, che sia assolutamente obbligatoria l'aderenza all'opera d'origine...



è come fare un film sui Promessi Sposi (o che quanto meno vi graviti attorno) chiamarlo "Rodrigo" e sconvolgere l'intreccio. è normale che il popolo dei cultori insorga.
06/06/2004 10:57
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E il punto è proprio questo, noi italiani siamo un popolo che vuoi o non vuoi ha una cultura classica sopra la media.
06/06/2004 13:46
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è come fare un film sui Promessi Sposi (o che quanto meno vi graviti attorno) chiamarlo "Rodrigo" e sconvolgere l'intreccio. è normale che il popolo dei cultori insorga.


Eh no, attenzione: l'anno scorso è uscito "Tosca e le altre due" e nessuno si è lamentato. Anni fa Frears aveva girato "Mary Reilly" (peraltro tratto da un romanzo) e nessuno aveva rotto le scatole perché il Jeckill di Stevenson era diverso.
06/06/2004 16:19
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C'è da considerare però che...
Mentre per i PROMESSI SPOSI, e i Poemi Omerici abbiamo tutti subito dalle elementari in poi le gran rotture da parte dei Prof., per molti altri libri, a meno che non si abbia un'elevata cultura personale....come si dovrebbero capire le differenze? Eh Personalemtne non conosco ad esempio "Tosca e le altre due" e chi non ha letto il libro di Stevenson, come dovrebbe capire le differenze presenti in "Mary Reilly"???
A questo punto si dovrebbe far nascere una mega critica su tutti i racconti di libri portati sul grande schermo...Jurassic Park in primis....[SM=g27969]
06/06/2004 19:11
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L'ho visto ieri e mi è piaciuto molto, a prescindere dalle numerose incongruenze con la storia...
Il migliore: Ettore naturalmente! [SM=g27960]
06/06/2004 20:36
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Re: C'è da considerare però che...

come si dovrebbero capire le differenze?


E' proprio questo il punto: in realtà, secondo me lo spettatore non dovrebbe porsi il problema della fedeltà all'opera orginale, ma valutare la riuscita artistica del film a prescindere. Il critico di professione, invece, dovrebbe anche far notare l'aderenza al testo, facendo eventualmente ricerche in quel senso nel caso in cui non l'abbia letto. Tutto questo, ripeto, a prescindere dall'importanza del testo di partenza: non è che più un libro è importante e più il film deve rimanerne fedele... E a proposito di poca aderenza al materiale d'origine, i film di Hitchcock sono spesso diversissimi dai romanzi da cui sono tratti, Kurosawa ha girato un film tratto da un romanzo di Ed McBain ma se non lo sai non te ne accorgi, oppure ancora un certo Kubrick ha fatto ciò che voleva con "Shining"...
Tanto per rimanere in argomento: il recente "Secret Window" ha cambiato molto del racconto di Stephen King, finale compreso, e secondo me hanno fatto bene.


Personalmente non conosco ad esempio "Tosca e le altre due" e chi non ha letto il libro di Stevenson, come dovrebbe capire le differenze presenti in "Mary Reilly"???


Attenzione, però: "Mary Reilly" non è tratto dal romanzo di Stevenson, ma da un altro romanzo che racconta la stessa storia, dal punto di vista della cameriera di Jeckill. E credo che anche "Tosca e le altre due" sia tratto da un libro, ma in questo caso non ho neppure visto il film: era giusto per fare un esempio.

Il punto principale, secondo me, non è quanto un film sia o meno fedele al libro, ma quanto sia ben riuscito a prescindere. Se poi ne abbiamo la possibilità, possiamo anche star qui a parlare dell'efficacia dei singoli cambiamenti, ma in linea di massima credo sia una cosa accessoria.

Comunque sia, scriveva François Truffaut:
"Il tradimento della lettera o dello spirito è tollerabile se il regista si interessa solo all'una o all'altro e se è riuscito a fare:
- la stessa cosa;
- la stessa cosa, meglio;
- un'altra cosa, migliore."
[...]
"Il cinema è regia. L'unico tipo di adattamento valido è quello fatto dal regista, cioè quello basato sulla riconversione in termini di regia di idee letterarie."
Il piacere degli occhi, Marsilio, p. 220

Come la interpreto io: non ha importanza se tradisci il testo, l'importante è che fai del buon cinema. Sbaglierò...
06/06/2004 23:13
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Dracula di Coppola è l'esempio perfetto.
08/06/2004 00:28
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Dracula di Coppola è l'esempio perfetto.


Beh, però Coppola dice che è rimasto fedele al testo di Stoker...
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