22/03/2004 02:31 |
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È una domanda che mi faccio spesso quando penso al mio bagaglio culturale che per quanto misero e approssimato sia, ho costruito da solo, giorno dopo giorno, a furia di leggere e ascoltare.
Il mio pensiero va al corpo docenti che ho avuto durante il liceo; la maggior parte di essi se ne fregava di ciò che succedeva, dell’adolescenza, premiavano i loro preferiti e una volta preso uno di mira non se lo lasciavano più scappare. Se le mie nozioni di storia si rifacessero a quanto appreso trai banchi di scuola, Mussolini sarebbe un martire; per cinquanta anni in Italia il PC ha guidato il governo, nel ’94 un uomo per salvare il paese dalla minaccia comunista creò un super-partito, gli americani invasero il Vietnam per evitare che la Russia conquistasse il mondo….insomma, avevo un professore anziano con le sue idee, e il problema che queste idee lui le spacciava per realtà, influenzando le giovani menti dei miei compagni. Non so se è chiaro ma spesso e volentieri, quale che sia la corrente o l’orientamento del prof, questo influisce sul processo di formazione dello studente; perché non si studia psicologia e si cerca di far sviluppare un senso autonomo di critica? Secondo me la scuola va riformata, vanno riformate le materie e i metodi di insegnamento – ma il problema attualmente a quanto pare è privatizzarla…..
Spero di non aver offeso nessuno con questa riflessione, però non è bello sentire persone nel 2004 definirsi fascisti e comunisti (oggi è la seconda volta che lo dico); ecco io vorrei spiegato che cosa significa essere “fascisti” o “comunisti”….
Scusate lo sfogo ma ultimamente se ne sentono troppe, soprattutto dai giovani e sembra proprio che la storia sia la materia che in questo paese si studia peggio….
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