Ludus
Né il ventennio trascorso né le recenti rivisitazioni da parte della critica hanno mai omaggiato del tutto una delle band più interessanti della scena new-wave: i Ludus.
Tutto ruota intorno alla deus ex machina del progetto: Linda “Linder” Sterling che muove i suoi primi passi nella scena punk disegnando le copertine di Orgasm Addict per i Buzzcocks e di Real Life per i Magazine.
Sul finire degli anni settanta i Ludus (noti all’inizio come Bloodsport) si esibiscono nei locali underground di Manchester e Londra; oltre alla Linder la formazione comprende: il chitarrista Kadmon, il bassista Trotter e il batterista Toby.
Dopo il tour inglese con i Buzzcocks, Kadmon lascia la band; al suo posto arriva il polistrumentista Ian Devin e i Ludus che avevano già alle spalle una serie di demo, firmarono per la neonata etichetta New Hormones. Nel 1979 viene pubblicato l’ep “The Visit”; la presenza di Devin incide concretamente alla creazione del suono Lodus: un echeggiante jazz sperimentale e un cantato teso e melodrammatico. Incentratasi l’attenzione sul binomio Linder-Devin, batterista e bassista decidono di levare le tende. Nel ’82 i Lodus coniano i loro testamenti musicali: “The Seduction” e “Danger Came Smiling”. Entrambe gli album testimoniamo la duttilità delle band, il loro essere provocatori non solo sul piano testuale (molto esplicito) ma soprattutto per quanto riguarda arrangiamenti e composizioni minimali.
Gli anni a venire incoroneranno la Linder “artista a 360° gradi” dalla grandissima personalità; ci sarà spazio per un altro ep (“Nue Au Soleil”), una serie di live e la registrazione di una Peel session. Una volta scioltasi la band ciascun componente si dedicherà ai propri progetti personali e a importanti collaborazioni, salvo poi rincontrarsi nel 2001 per l’ambizioso progetto “Clint Eastwood, Clare Offreduccio and Me”.